Quella figuraccia di Juncker
Jean-Claude Juncker é il presidente della Commissione Ue, cioè del governo della dis(Unione) europea. In pratica, dovrebbe conoscere per filo e per segno i problemi che attanagliano il Vecchio continente, almeno quelli più pressanti e importanti. E visto la carica che ricopre dovrebbe, prima di esprimere opinioni, informarsi per bene sul tema che intende affrontare presso i suoi, sicuramente non pochi, tra portavoce e portaborse.
Verificare prima di parlare
La scivolata sulla buccia di banana e la conseguente figuraccia di essere disinformato é sempre in agguato. E questo vale per i politici come per i giornalisti. Verificare non costa niente, solo qualche minuto. Se poi si occupa una posizione come quella di Juncker, i minuti diventano secondi.
Ma veniamo al dunque. All’apertura del Salone dell’auto di Francoforte, le agenzie hanno battuto questa frase del presidente della Commissione Ue: “L’industria dell’auto corregga il tiro. E invece di cercare scappatoie, dovrebbe investire nelle auto pulite del futuro“. Grande! Si vede che la rassegna stampa, piuttosto nutrita, che Juncker si trova sul comodino la mattina presto, presenta puntualmente lacune mostruose.
La realtà è diversa
Proprio a Francoforte, ma anche nei mesi scorsi, il settore (quello tedesco in particolare) ha annunciato pesanti investimenti sulle motorizzazioni a zero e bassissime emissioni: Volkswagen 20 miliardi, Mercedes 10 miliardi, mentre Bmw porterà a oltre il 6% la quota dei ricavi da destinare alla ricerca e allo sviluppo. E poi c’è Volvo che dal 2019 produrrà solo auto ibride plug-in ed elettriche. Il Gruppo Jaguar Land Rover ha pure ha varato un piano nella direzione dell’elettrico. Possiamo proseguire con Nissan-Renault, Toyota e perfino i cinesi (Chery a Francoforte), mentre Fca si prepara ad annunciare il suo progetto. Da non dimenticare, poi, è il nuovo regolamento varato proprio dalla Ue, e giá in vigore, a proposito dei controlli sulle emissioni, attraverso prove su strada, quindi più vicini alla realtà. Juncker pensi piuttosto a dotare l’Europa delle infrastrutture necessarie affinché lo sforzo e gli investimenti del settore automotive non siano vanificati. E mostri il cartellino giallo ai suoi portavoce.