“Quattroruote” e le false credenze su come aggirare l’etilometro
Le stragi per incidenti stradali causati da guidatori sotto l’effetto di alcol non conoscono fine: tante le vittime, anche giovanissime, registrate in tutto il Paese già nei primi weekend estivi. “Quattroruote” di agosto pone l’accento su questo tema sottolineando come il primo a doversi responsabilizzare da questo punto di vista sia il guidatore stesso: e la tecnologia mette a disposizione strumenti economici con i quali è facile verificare le proprie condizioni prima di mettersi al volante, nel rispetto del Codice della strada (che impone un tasso limite di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue).
Sono, però, strumenti affidabili? Per verificarlo, “Quattroruote” ha effettuato delle prove acquistando in incognito alcuni etilotest fai-da-te: strumenti che, pur non avendo valore legale, consentono al conducente di farsi un’idea del proprio stato.
L’obiettivo era verificarne il grado di affidabilità, confrontando i risultati ottenuti con quelli registrati da una pattuglia della Polizia stradale, munita di un etilometro omologato.
Dieci gli alcoltest utilizzati dal mensile, acquistati in farmacia o su amazon.it; unica eccezione, uno strumento di fascia alta più sofisticato e costoso, messo a disposizione dalla Dräger Italia che fornisce anche gli apparecchi in uso alle Forze dell’ordine. Due le tipologie degli strumenti, entrambe basate sull’analisi dell’aria alveolare espirata: i più semplici utilizzano reagenti che cambiano colore in base al valore rilevato e possono essere impiegati una sola volta, gli altri dispongono di un display digitale, che riporta valori numerici, e di boccagli sostituibili, che ne consentono il riutilizzo anche da parte di persone diverse.
Tre le persone sottoposte al test, diverse per sesso, età e peso; ai cocktail da assumere, di tre differenti tipologie, ha provveduto il Cucchiaio d’Argento, grazie alla collaborazione con Federico Volpe del Dry protagonista anche della nuova sezione di Cucchiaio.it dedicata ai cocktail.
Trenta i rilevamenti eseguiti in totale da “Quattroruote”: di questi, 13 hanno dato risultati difformi da quelli della Polizia stradale. Alcuni etilotest hanno misurato valori molto lontani a quelli registrati dalle Forze dell’ordine: per esempio, 0,50 contro un effettivo 0,82 o, al contrario, 1,40 invece di 0,50. Più immediati, anche se non sempre di facile utilizzo, sono risultati gli strumenti che hanno fornito un semplice segnale di “stop” in caso di superamento del limite.
“Quattroruote” ha voluto anche smentire le “leggende” che circolano soprattutto su Internet a proposito delle soluzioni per abbattere il tasso alcolemico (come bere litri di acqua o caffè, mangiare latte, liquirizia o cipolle e così via) riportando il parere al proposito del dott. Antonio Voza, responsabile della Medicina d’urgenza dell’Ospedale Humanitas di Rozzano (Milano). “Non c’è in questo alcuna base scientifica. Anche se, ovviamente, a digiuno la sintomatologia dell’alcol è più̀ rapida: che questi cibi siano in grado di metabolizzarlo più̀ rapidamente è falso. Si può mangiare ciò̀ che si vuole, ma il metabolismo è prettamente epatico e non accelera con il cibo”.
Il medico mette in guardia anche da alcuni preparati che promettono di accelerare il rientro del tasso nei limiti della legge: «Questi prodotti», afferma il dott. Voza, «non abbassano la quantità̀ di alcol nel sangue, anche se ne limitano gli effetti a livello di sistema nervoso centrale. Tuttavia, possono avere ricadute collaterali importanti per il sistema vegetativo, sulla frequenza cardiaca e sulla pressione. Attenzione, dunque, per chi soffre d’ipertensione o di tachicardia ed è maggiormente soggetto a eventi avversi da questo punto di vista».