Quando la “Dolce Vita” prende la scossa da Smart
di Gabriele Villa

Torniamo indietro con la pellicola a velocità sostenuta: ecco, sì, fermiamoci su quel fotogramma, proprio quel fotogramma e quella battuta che incorniciarono forever la Dolce Vita di Roma. E riascoltiamola, quella battuta: «Marcello, come here!». E se Anita Ekberg, non più immersa nella fontana di Trevi, ma in una scena ugualmente sensuale, si rivolgesse oggi a Mastroianni con un altrettanto ammiccante invito del tipo: «Marcello, come on board!»? Ma on board, a bordo, di che cosa? Ma di una Smart elettrica, ovvio, farebbe notare sbattendo le ciglia, Anitona pronta a sedurre, fasciata in un abito da «assetto di guerra». Invita a questi sogni proibiti la lunga notte romana della nuova Dolce Vita versione 2017 e decenni a seguire. Perché se si parte dal Guido Reni District, facendo una gimcana tra scollature vertiginose e spacchi ardimentosi, si può arrivare dappertutto. Attenzione: arrivare, non azzardare oltre il lecito.

I luoghi simbolo

Insomma, sempre e rigorosamente con giudizio. Esattamente come quando si guida. E così, con l’ufficiale viatico di tutto l’establishment Mercedes-Benz Italia, a cominciare dal presidente uscente Roland Schell, ecco che si parte in una carovana, che diventa subito e gioiosamente, ordine sparso della serie up to you, verso la scoperta dei luoghi della Dolce Vita, dei luoghi-simbolo di una Roma che, con le sue avvolgenti luci di una magica notte d’estate, regala scampoli inediti quanto sorprendenti: da via Veneto a piazza Navona, da piazza del Popolo a piazza Cavalieri di Malta per spiare il Cupolone dal buco della serratura della Villa Magistrale del Sovrano Ordine. E ancora passaggi silenziosi, che somigliano a carezze leggere, all’Obelisco di Trinità dei Monti, al Colosseo, al Pantheon. Per concludere, quasi alle primi luci dell’alba, col maritozzo alla panna, che più panna e più romano non si può.

Agile e disinvolta

Con i suoi 160 chilometri di autonomia a piena carica, e con l’agilità che richiedono i sette colli e i sampietrini, la Smart elettrica diventa così l’auto delle città nemiche dell’auto e anche l’auto che si infila nel parcheggio vietato alle altre (mannaggia, mannaggia, quando sei convinto che un parcheggio sia libero, dentro c’è già una Smart, appunto). Ci sarà un motivo se Roma è stata definita la «World Smart City», la città dove si sono vendute più Smart (170mila) e dove circolano più Smart car2go (600). 

Strategia “green”

Altri buoni motivi per acquistare una Smart elettrica va ad elencarli, con orgoglio, Eugenio Blasetti, press manager di Mercedes-Benz Italia: «Perché Smart è il primo marchio a diventare completamente elettrico con la Fortwo, la Fortwo cabrio e anche la Forfour, perché il futuro sul nostro versante diventerà sempre più Smart, considerato che crediamo nella mobilità urbana elettrica e intendiamo integrare sempre più queste vetture nel contesto urbano nei prossimi mesi con molteplici servizi di mobilità e connessione».
Tutto ciò mentre dalle galassie lontane giunge un segnale: EQ. «Già, EQ è il marchio che stiamo lanciando e che abbraccerà tutte le nostre vetture elettriche. Che, nel 2021 arriveranno a essere 10. La prima sarà un Suv, un Suv della classe media che si chiamerà EQC. Quindi, elettriche al 100%, ma anche tante plug-in ibride perché già oggi possiamo offrire un ventaglio di opzioni che non conosce uguali». In buona sostanza, per sintetizzare la filosofia Mercedes-Benz: elettrico 100% in città, plug-in ibride per la lunga percorrenza. «Noi vogliamo semplificare la vita ai nostri clienti. Quindi con Smart elettrica offriamo non solo l’auto, ma anche la wall box, la colonnina da mettere nel garage di casa. È sufficiente riuscire a soddisfare sei semplici requisiti di compatibilità ed Enel verrà a installarla a casa». Perché se è vero che tutte le strade portano a Roma con una soluzione elettrizzante, ci si potrà intrufolare in ogni strada, non solo di Roma. «Come on board» di una nuova Dolce Vita, dunque.

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