Quando Focus è un po’ Dr Jekyll e Mr Hyde

di Federico Falsini

Ford l’anno scorso ha rinnovato una delle sue vetture di maggiore successo, Focus. Ho provato la versione ST Line nella motorizzazione a gasolio 1.5 da 120 cv nella versione ST che si contraddistingue per un look sportivo azzeccatissimo. Elegante e aggressiva allo stesso tempo, il disegno del nuovo frontale ricorda ai più la sorellona Mustang, icona per eccellenza della casa americana. Ma a me ha subito richiamato alla mente una delle auto più belle mai realizzate da una famosa Casa inglese, fornitrice ufficiale di vetture per l’agente segreto più famoso al mondo…

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Gli interni hanno un design gradevole e sono di ottima fattura. Magari la parte bassa della plancia ha delle plastiche rigide non all’ altezza della qualità generale, ma francamente rispetto la concorrenza non sfigura certo. L’abitabilità è ottima, colpisce in particolare lo spazio per le gambe nei sedili posteriori. Quasi si fatica a crederlo in rapporto alla lunghezza complessiva. L’ infotainment è ai vertici di categoria e, da nostalgico quale sono, evidenzio con piacere il cruscotto con tachimetro e contagiri analogico, coadiuvato da uno schermo a colori con numerose spie di servizio. Dicevo che la tecnologia la fa da padrona a cominciare dal supporto CarPlay di Apple (con la replica delle app supportate sul grande schermo centrale touch screen) che completa il potente impianto audio B&O di alta qualità. Ho ascoltato musica di vario genere e la resa è sempre stata alta (se siete amanti dei bassi date il play a un qualsiasi pezzo dei Royal Blood…).

Presente anche la comoda base dedicata alla ricarica senza fili dello smartphone, con quest’ ultimo che grazie alla app FocusPass permette il controllo remoto della vettura. Su quest’ultimo punto vorrei soffermarmi perché, al di là di sguardi e stupori collettivi per le funzionalità che offre, reputo questo sistema di una comodità inaspettata. Cercherò di illustrarlo senza dilungarmi troppo. Scaricato FocusPass sul proprio cellulare e associata la vettura (previa registrazione e inserimento del telaio) si può accedere a molte informazioni quali autonomia del carburante, pressione gomme e tutta la parte dedicata alla manutenzione. Preziosa la voce che visualizza il tracciamento dell’auto, permettendo di conoscere l’esatta ubicazione del veicolo. In aggiunta, è possibile aprire/chiudere le portiere, come avviare il motore che accenderà automaticamente il climatizzatore e/o il riscaldamento di volante e sedili per portare la temperatura al valore desiderato. L’auto si metterà in moto con le portiere ancora chiuse e si spegnerà dopo 10 minuti se non viene accesa “normalmente”.

Estremamente utile sia nelle giornate più calde e fredde dell’anno e fa tanto Supercar (celebre serie tv degli anni 80): la macchina intelligente quindi c’è, peccato io non sia alto e bello come il protagonista Hasselhoff per un fedele remake… Veniamo adesso al “sodo”, ovvero alla parte meccanica della Focus. Il motore 1.5 Diesel da 120 cv spinge piuttosto bene e dimostra un fiato più grande rispetto alla cilindrata nominale. Esemplare nel funzionamento (al minimo ha una rumorosità insospettabile per un gasolio) si è dimostrato poco assetato nei consumi (ma ne parlerò più avanti). Lo sterzo è una altra delle componenti meglio riuscite. Piuttosto diretto e progressivo, trasmette confidenza in ogni situazione. Le sospensioni assorbono bene le asperità, ma nel contempo contribuiscono a una elevata tenuta di strada, sorvegliata dai dispositivi elettronici di stabilità che praticamente impediscono qualsiasi manovra brusca dell’auto. Il cambio a 8 marce è un convertitore di coppia piuttosto dolce e confortevole che ha una sorta di “memoria” nel senso che impara dalla guida del pilota per prevedere i cambi marcia. Non è una doppia frizione, quindi dimentichiamoci cambiate fulminee. Tutto sommato si comporta meglio di tante altre trasmissioni, ma la piacevole guida dell’auto autorizza la mente a desiderare un cambio più sportivo.

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Piccola nota stonata il non completo controllo in “manuale”: se pur inserita la modalità (anche in Sport), la centralina procederà a cambiare marcia se vengono raggiunti alcuni regimi. Preferirei avere piena padronanza come in un cambio manuale vero. Le palette al volante sono veramente comode, piccole e ben integrate. Le ho preferite rispetto altri tipi più voluminosi (a patto di mantenere le mani nella corretta posizione). Per concludere la parte trasmissione non posso che decantare il sistema del park assist: di un altro passo rispetto ai più semplici ormai in dotazione su auto di categoria inferiore, ha un funzionamento esemplare. Una volta trovato “lo spazio”, il sistema chiede di mettere a folle e di tenere premuto il pulsante. E come la sopracitata KITT di Supercar l’auto inizierà a muoversi avanti e indietro sterzando automaticamente fino a realizzare il parcheggio perfetto. E dire che a 18 anni questa era una delle manovre più difficili e temute all’esame della patente.

Altra funzionalità apprezzabile è il sistema di mantenimento della carreggiata: riconosce e mantiene le ruote al centro della corsia correggendone la traiettoria e sentendo la presa delle mani. Se avverte che si è lasciata la presa il display ci invita a mantenere il volante, in caso contrario procederà anche a diminuire di velocità. Rallentamento che avviene anche nel caso sia attivato il controllo adattivo della distanza di sicurezza. Tutto questi dispositivi sono disattivabili dal volante multifunzione (un po’ troppo affollato di tasti come la maggior parte della concorrenza), ma consiglio vivamente di tenerli sempre vigili perché sono in gran sicurezza in più.

Un gran bell’oggetto questa Focus, non c’è che dire. Ford ha fatto proprio un bel lavoro sotto tutti i punti di vista. Quindi un’auto perfetta? Beh, la perfezione non è di questo mondo, pertanto anche qui qualcosa che non è piaciuto è stato trovato. Il bagagliaio ad esempio è regolare, ma si sviluppa poco in altezza. Ma è un prezzo da pagare per il risuscito design posteriore e poi può essere ovviata scegliendo la versione station wagon. Ho trovato poi il pedale del freno un po’ troppo alto: se si guida con una posizione dei piedi da “punta/tacco” ci si accorge che non è ben allineato. Ma più che difetti li trovo fastidiosi nei a cui ci si può abituare. Non dimentichiamo che la ST Line sebbene strizzi l’occhio alla sportività, non è la versione ST (che arriverà a breve) o la cattivissima RS, essendo sempre pensata per un utilizzo anche in famiglia.

Concludo con la prova consumo, anche stavolta effettuata su un misto statale/strada veloce. Andatura piuttosto allegra nel primo tratto di 100 km, economico sui restanti 60 guidato affidandosi al cruise control (intuitivo e preciso nel funzionamento). Il verdetto è stato 15,28 km/litro, un risultato molto buono tenuto conto del ritmo con cui si è svolto il test.

Una piacevole prova su strada, che ha rivelato le due anime “contrapposte” dell’americana (un po’ Jekill e un po’ Hyde), proprio come nel celebre romanzo di Robert Louis Stevenson.

 

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