Prove di mobilità futura: “Eccoci sul dirigibile Goodyear”

di Roberta Pasero

 

Viaggiare in dirigibile significa mettere tra parentesi la propria vita, giusto per la durata di un volo. Vuol dire perdere la cognizione del tempo e stare come sospesi, a trecento metri di quota, immersi nella luce della “gondola” tutta vetri e fibra di carbonio in un silenzio irreale, senza rumore dei motori, come su un’automobile elettrica che viaggia tra la terra e il cielo, ad una velocità di crociera massima di 125 km orari.
Che sia questa la mobilità green del futuro? Che la soluzione al traffico metropolitano sia un’autostrada volante a più corsie per i dirigibili Zeppelin con livrea Goodyear Blimp Europa, i più grandi del mondo, che dopo 10 anni sono tornati a solcare i cieli italiani anche per le riprese video aeree delle gare della WEC FIA World Endurance Championship all’autodromo di Monza proprio grazie a Goodyear, una delle azienda leader di pneumatici nel mondo?

 

Che siano queste “sky machine” con un‘autonomia di almeno 24 ore, l’ideale per diventare taxi aerei per i viaggi di lavoro, considerato che durante il volo telefonini, social e internet sono più connessi che in città?

 

Basta un volo, questa volta non per un test drive ma per un test passenger, per convincersi che potrebbe essere così. Partenza dal circuito di Vairano di Vidigulfo, tra Pavia e Milano, dove capita spesso di provare le auto in pista, e quando si arriva a piedi a pochi passi dal dirigibile ci si sente lillipuziani accanto alla fusoliera (in gergo “busta”) riempita di elio, 75 metri di lunghezza per 18 di altezza, adagiata sul terreno e “mossa” con i lunghi cavi di ancoraggio da tre tecnici, tutti in arrivo da Friedrichshafen, in Germania, sul lago di Costanza, dove il conte Ferdinand von Zeppelin all’inizio del Novecento realizzò il suo sogno di costruire aeronavi e farle volare per viaggi di linea addirittura Oltreoceano.
Basta salire una scaletta di pochi gradini per entrare nella gondola, ritrovarsi in una fusoliera-salotto e far sì che l’avventura abbia inizio. Quattordici passeggeri, ridotti a metà per le misure anti-Covid, un pilota e un copilota per le informazioni di sicurezza: allacciate le cinture, attendete le operazioni di svuotamento dei 700 litri di zavorra e slacciatele appena é terminato il decollo in orizzontale. Un viaggio che sembra slow ma che in realtà sfiora la velocità massima autostradale.

 

Il mondo visto dall’alto ha sempre un altro fascino: ecco la Certosa di Pavia che sembra un cartamodello ritagliato nel verde, ecco lo skyline di Milano con i riflessi del sole sull’acciaio, ecco lo stadio di San Siro che pare un campo di Subbuteo e una serie infinita di laghetti che da terra non vedresti mai.

 

E il fascino di un viaggio in dirigibile é tutto racchiuso nella frase di Luigi Barzini sr. che ha provato la stessa emozione: “Un’incommensurabile parentesi di sogno nella mia vita, un periodo d’estasi dal quale non so distaccarmi”. 

 

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