Proprietà o noleggio?
di Mauro Serena (GR advisory)
Il 2016 è stato un anno da record per il noleggio, ma non solo. Gli acquisti diretti delle aziende hanno brillato, visto che una parte consistente delle flotte aziendali vengono ancora acquisite in proprietà e non solo da piccole e medie aziende, ma anche da colossi di settori come farmaceutica e alimentare.
GR advisory, società leader nella consulenza sulle flotte aziendali, è stata la prima a pubblicare nel 2015 una ricerca a 360° sulle flotte di proprietà e ha sviluppato una metodologia esclusiva e proprietaria per assistere le aziende nel formulare la scelta sulla modalità di acquisizione. Non è possibile, infatti, definire una formula intrinsecamente “migliore” rispetto all’altra, dipendendo dall’utilizzo del veicolo, dalle percorrenze annuali, dalla struttura finanziaria dell’azienda, dalla sua organizzazione e da altri fattori.
Effettuare la scelta sbagliata significa condizionare la mobilità aziendale negli anni a venire, non godere del servizio ottimale e spendere più di quanto serva, per una voce di costo che nelle aziende commerciali e di servizi occupa uno dei primi posti per rilevanza.
Il modello per affrontare in maniera “scientifica” e non improvvisata questa decisione è molto complesso, tuttavia si possono sintetizzare i più rilevanti elementi di attenzione.
Prima di tutto, il momento di valutazione sulla forma di acquisizione è un’ottima opportunità per razionalizzare car-policy e car-list, nonché per identificare le componenti essenziali del servizio di assistenza operativa e amministrativa ritenute necessarie, che possono essere eseguite con strutture diverse (interna, del noleggiatore, di altri outsourcer). Qualsiasi decisione si prenda, è il momento giusto per effettuare una ricognizione del mercato, valutare diversi fornitori e scegliere consapevolmente il più appropriato alle esigenze predefinite.
L’analisi delle percorrenze è fondamentale nel processo decisionale, così come il calcolo completo e corretto del Tco (costo totale di possesso), che deve essere effettuato sull’intero periodo di utilizzo, dato che il canone è tipicamente costante (al netto di costi extra canone e ricalcoli chilometrici), mentre l’ammortamento può variare durante il primo e l’ultimo anno e ad esso vanno sommate le plusvalenze e minusvalenze dalla rivendita dell’usato.
Infine, occorre non trascurare l’effetto degli oneri finanziari e della diversa struttura di risorse umane e di servizi necessari per gestire il parco veicoli nelle due diverse ipotesi.