Foto: Il fondatore Giuseppe Bottinelli

Profilmec: ritorno ai valori pre-crisi 

Nonostante la guerra nata tra sovranismo e globalismo con una tensione commerciale tra Cina e Stati Uniti mai vista prima, Profilmec prevede una chiusura 2020 in netta crescita confermando che il peggio è passato. Nell’anno 2019 la media di crescita globale ha raggiunto il 19%. In particolare l’export ha registrato un +15% di crescita in Francia, un +20% in Germania, un +25% in Spagna e Portogallo, un +10% in Belgio, un +8% in Scandinavia e un +30% nei Paesi dell’Est Europa. Il 90% delle vendite avviene tra Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Benelux. I settori trainanti sono automotive, mobilio, ciclo-motociclo, rulli trasportatori e tanti altri segmenti che l’azienda ricopre. Nei primi otto mesi dell’anno vengono confermate le quote raggiunte.

Nonostante la crisi dell’auto, Profilmec, ex produttrice dei paraurti della Fiat 500 negli anni ’60, resta la numero uno del settore. I risultati economici raggiunti potranno essere confermati anche per il prossimo anno se il quadro generale tra Covid-19 e politica internazionale troverà un accordo di sopravvivenza. Insomma, i numeri conseguiti da Profilmec nel 2020 dicono che il 2021 sarà tutto in accelerazione e questo si deve allo scudo di qualità Profilmec creato in difesa dall’aggressione cinese, dove l’azienda si è rivelata il punto di riferimento per tutto il Made in Italy del settore in difficoltà.

Giuseppe Bottanelli afferma che le imprese che si muovono nel terreno dell’innovazione devono possedere competenza manageriale e conoscere profondamente il proprio mestiere. Sono queste le due leve che possono far crescere un’impresa manifatturiera a livello globale e dichiara che il comparto auto nel 2021 sarà in netto incremento. La conferma arriva anche dall’agenzia di rating Moody’s che ha analizzato l’impatto del coronavirus sulla filiera dell’automotive, stimando che la crescita nel settore a livello globale tornerà in positivo il prossimo anno, facendo segnare un +1,5%.

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Classe 1937, Giuseppe Bottanelli è stato battezzato il “Marcegaglia di Capo di Ponte”, perché è nato proprio in questo paese del bresciano, in Val Camonica, della quale non manca di tessere le lodi. Qui risiedeva la civiltà dei Camuni, civiltà preistorica che ha reso questo territorio il principale centro di arte rupestre del mondo. La storia di Giuseppe Bottanelli è quella di un uomo che “si è fatto da sé”, di un self made man all’italiana, di un uomo dai forti valori: determinazione, coraggio inossidabile e una profonda etica del lavoro.

La sua è stata una vita avventurosa fatta di mille esperienze: fattorino, venditore di libri, importatore di cotone dall’America, driver in importanti gare automobilistiche, pilota di elicotteri, fondatore di società di trasporti (aereo e su gomma). Negli anni ’60 fu colui che creò i paraurti della Fiat 500, che motorizzò l’Italia. Il periodo è quello delle grandi dinastie italiane rappresentate dagli Agnelli e dai Pirelli che hanno costruito il Paese.

Appassionato del mare, Giuseppe Bottanelli è stato anche costruttore di barche a Genova. Si trattava di yacht di lusso ed extralusso per miliardari, che oggi continua a realizzare solo su commissione.Parliamo di natanti dai 30 agli 80 metri e più, per un valore che andava dai 20 ai 50 milioni di euro e oltre, dotati anche di piscina, posto auto e pista per gli elicotteri.

Il Gruppo Profilemec vanta 8 stabilimenti tra Cuneo, Pordenone e Teramo e una rete commerciale su tutto il territorio europeo e sui principali mercati di riferimento dell’intero Mediterraneo. Ha una produzione di oltre 3 milioni di metri al giorno, pari a circa 1.450 tonnellate giornaliere. Vanta 500 dipendenti e ha chiuso il 2019 con un fatturato aggregato di 300 milioni di euro. Il gruppo prevede di chiudere il 2020 con gli stessi risultati economici dell’anno precedente.

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