PNRR e automotive: occasione perduta
di Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae
Breve analisi semantica del PNRR, un testo finale di 108mila parole vs le 62mila della versione di gennaio.
1. Grande attenzione a digitale (in tutte le sue declinazioni, incluso il termine “smart”) e ambiente (da “green” a “decarbonizzazione”) che compaiono rispettivamente 351 e 525 volte.
2. Enorme attenzione a tutti gli aspetti economici (da crescita a competitività) con 684 citazioni, mentre lavoro e occupazione (senza formazione, etc) ne contano 261.
3. Mobilità e trasporti di ogni genere ne valgono 203; tutti quelli non stradali (dalla bici all’aereo) ne contano anch’essi (per puro caso) 203.
4. Veniamo a noi. Automotive compare 1 volta, i mezzi con il prefisso “auto” ricorrono 38 volte, quasi unicamente per dire che bisogna passare dalla gomma al ferro. Il parco circolante è menzionato 9 volte, ma solo per bus, mezzi agricoli e VVFF.
E i fondi? Zero per svecchiare vetture, veicoli commerciali e industriali, rimorchi e semirimorchi. Ci sono per le sacrosante infrastrutture di ricarica, ma non basteranno queste a disinnescare la bomba ecologica del parco circolante.
La transizione energetica va sostenuta con un orizzonte lungo, non con misure che durano 3 mesi. Il PNRR da grande opportunità si trasforma qui in occasione perduta per tutti i cittadini.