Pneumatici: non sono generi alimentari, non scadono
Assogomma, l’Associazione nazionale dei produttori di pneumatici, ribadisce ancora una volta che non vi è alcuna correlazione tra la data di fabbricazione di uno pneumatico e la sua durata né tanto meno effetti sulle caratteristiche prestazionali. “Nelle ultime settimane, su un sito tedesco specializzato in vendite on-line di pneumatici, è apparsa la richiesta di un sovrapprezzo di 9,90 euro a gomma, per pneumatici con data di fabbricazione 2021. Una richiesta non giustificabile sotto qualunque profilo, specialmente sotto quello tecnico”, afferma Fabio Bertolotti Direttore di Assogomma.
“Si lascia intendere che lo pneumatico sia un prodotto deperibile al pari di un alimento e che pertanto il suo valore possa essere correlato alla data della sua produzione, cioè alla sua “freschezza”. Una proposta commerciale fuorviante in quanto, a fronte di un maggiore esborso, il consumatore non ottiene nessun vantaggio tecnico prestazionale perché questo plus non esiste. Per dare una spiegazione facilmente comprensibile a tutti i consumatori si può fare un paragone con l’acquisto di un paio di scarpe che come gli pneumatici non sono prodotti alimentari né tanto meno deperibili. Quando andiamo a scegliere le nostre scarpe noi consumatori non consideriamo la loro data di produzione e non ci poniamo il dubbio sulla data di scadenza. I nostri criteri per scegliere una calzatura sono ben altri: consideriamo la loro qualità che noi consumatori associamo quasi sempre alla marca. Ebbene, gli pneumatici sono come le nostre scarpe che non si scelgono in base a quando sono state prodotte né tanto meno in funzione della loro data di scadenza, che non esiste, ma in funzione della marca e delle loro caratteristiche tecniche specifiche”.
La data di produzione di uno pneumatico è un’informazione obbligatoria nell’Unione Europea per consentire al costruttore dello pneumatico stesso di tracciare e rintracciare il lotto di produzione in caso di possibili non conformità.E’ un’informazione che non ha alcuna utilità per il consumatore finale, né è pensata per stabilire la durata del prodotto. La sigla DOT non è una marcatura obbligatoria nell’UE, ma solo negli Stati Uniti e quindi potrebbe anche non essere presente sul pneumatico. Ma allora quanto dura uno pneumatico?
Non è possibile determinare a priori la durata di uno pneumatico perché sono tanti i fattori che ne influenzano la vita. A parità di prodotto, la durata è principalmente influenzata dalle condizioni di utilizzo, ovvero la combinazione tra stile di guida e veicolo sul quale lo pneumatico è montato. E’ necessario dunque considerare carichi, velocità, mantenimento delle pressioni di gonfiaggio, tipologia e condizioni delle strade percorse, urti dovuti a buche e marciapiedi, esposizione ad agenti atmosferici (sole, acqua, temperature, ecc.). Ma ancor prima della sua entrata in esercizio, la vita di una gomma è determinata dalle condizioni in cui è stata conservata fino al momento di essere montata su un veicolo, infatti lo stato di conservazione è direttamente correlato al corretto immagazzinamento.
Temperatura, umidità, fonti di calore, luce e raggi ultravioletti, contatto o vicinanza con altre sostanze quali ad esempio solventi, idrocarburi, olii e grassi sono tutti fattori che influiscono sullo stato del prodotto. A tal proposito sul sito www.pneumaticisottocontrollo.it sono consultabili e scaricabili le raccomandazioni europee ETRTO, redatte ed aggiornate periodicamente dall’associazione tecnica del Costruttori di pneumatici. Queste raccomandazioni sono seguite scrupolosamente dalle aziende leader nella produzione di pneumatici che investono ingenti risorse non solo in ricerca, per migliorare il prodotto ai fini prestazionali, ma anche per assicurare nel tempo elevati standard di sicurezza stradale.
“Gli pneumatici non sono dei prodotti “usa e getta” – afferma Fabio Bertolotti – sono un esempio di economia circolare. Vengono sempre più concepiti per migliorare la loro durata, per essere riutilizzabili, riciclabili, recuperabili, ecc. Una maggiorazione di prezzo, sulla base della freschezza di una gomma, oltre che essere tecnicamente ingiustificabile, va in una direzione diametralmente opposta agli indirizzi di sostenibilità che i costruttori di pneumatici già seguono e seguiranno sempre più in futuro”.