Piano Ue sulla decarbonizzazione: rivedere target e tempi

di Paolo Scudieri, presidente di Anfia

A settembre il mercato dell’auto europeo, dopo i cali a doppia cifra di luglio e agosto, mantiene un andamento negativo, registrando una contrazione ancora più  marcata (-25,2%) e riportando i volumi più bassi dal 1995. Tutti i maggiori mercati (incluso il Regno Unito) pagano la perdurante carenza  di semiconduttori e registrano flessioni a doppia cifra: Regno Unito -34,4%, Italia -32,7%,  Germania -25,7%, Francia -20,5% e Spagna -15,7%.

Per quanto riguarda l’Italia, apprezziamo l’attenzione mostrata dal governo verso il  settore in occasione del decreto legge fiscale approvato dal Consiglio dei ministri, soprattutto in riferimento al rifinanziamento degli incentivi per il mercato del nuovo, in attesa di condividere e  definire, per la Legge di Bilancio 2022, un piano triennale che renda strutturali le  misure di sostegno alla domanda, indispensabili per accompagnare la filiera industriale  nella transizione ecologica.

Di fronte alla possibilità di un’ulteriore accelerazione di questa transizione – ipotizzata  dalla Commissione europea con le proposte del pacchetto normativo Fit for 55, che rischia di mettere al bando i motori tradizionali a partire dal 2035 – pur confermando l’impegno della filiera produttiva per il raggiungimento degli obiettivi di  decarbonizzazione perseguiti, riteniamo essenziale assicurarle un percorso  realisticamente realizzabile e un’attenuazione degli impatti sociali e occupazionali. Come Anfia proponiamo quindi di fissare un target al 2030 del -45% e di prevedere la definizione dei target al 2035 e al 2040 in occasione della revisione del 2028, così da  poterne valutare la fattibilità secondo lo stato di avanzamento della rete infrastrutturale e della risposta del mercato e secondo il livello di penetrazione della  quota rinnovabile nel mix energetico europeo.

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