Piano anti-CO2: rischio di insostenibilità sociale
di Pierluigi Bonora
Ci sarà anche Roberto Benaglia, segretario generale di Fim-Cisl, a parlare di transizione ecologica legata alla mobilità il prossimo 26 ottobre, a Milano, all’appuntamento con #FORUMAutoMotive. Il leader sindacale, in questi giorni, ha intanto sollecitato il Governo a creare un Fondo sociale per la decarbonizzazione allo scopo di favorire la trasformazione e la riqualificazione di imprese e lavoratori, perché «non si possono mettere in campo solo ammortizzatori sociali».
Lo stesso sindacato, nei giorni scorsi, durante il Tavolo Automotive al ministero dello Sviluppo economico, ha lanciato l’allarme: sono oltre 60mila i posti di lavoro a rischio nel settore. «Siamo all’inizio di una corposa ristrutturazione – sostiene Benaglia – che può diventare socialmente insostenibile. La transizione ecologica è giusta, ma deve essere accompagnata. Stellantis ha in Italia oltre 50mila lavoratori, ma la componentistica, da sempre vocata anche all’export, ha 220-240mila dipendenti. Un terzo della forza lavoro rischia di essere messa fuori gioco con gli obiettivi di uscita dal motore endotermico fissati dall’Ue. Non possiamo lasciare che chiudano gli stabilimenti».
Benaglia, in proposito, è in costante contatto con i sindacati europei per fare in modo che sulla questione la Commissione Ue avvii un dibattito condiviso. Un commento, nella nostra intervista, riguarda anche l’atteggiamento ondivago, sul problema, delle Case automobilistiche, a tutto a vantaggio dei decisori.
Infine, il capo del sindacato Fim-Cisl rimarca la necessità, in Italia, di un piano di incentivi strutturale e non più del tipo “stop and go” come quello appena varato. Il parco circolante italiano potrà essere rinnovato, vista la sua vetustà, solo con un programma di sostegni mirati e duraturi.