Pedaggi: “Anno nuovo, ma vecchie (e cattive) abitudini”
di Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere
Aumento di quasi il 3,5% il pedaggio della A35, più nota come BreBeMi, insieme all’autostrada A21 Piacenza-Brescia gestita da Autovia Padana, nonostante il blocco fino all’estate degli aumenti dei pedaggi dei principali assi autostradali annunciato dal Governo col decreto Milleproroghe. Ufficialmente l’incremento è giustificato dall’inflazione (+0,50%) e dal parametro ‘riequilibrio’ (2,9%), mentre restano gli sconti col Telepass del 30% per i cosiddetti veicoli green. A fronte di questo giro di vite, non si può che restare sconcertati. Parliamo di una infrastruttura di 62 chilometri, percorsa da pochissimi mezzi rispetto alle previsioni, i cui concessionari hanno già goduto nel corso degli anni di cospicui aiuti dal Governo che con fondi a pioggia ha di fatto salvato la cordata degli imprenditori concessionari.
Non solo: la Brebemi è già oggi abbondantemente l’autostrada più cara d’Italia, con un costo al chilometro doppio rispetto alla media e con costanti incrementi annui dal 2017 dal 4 % al 7% per un aumento totale in 6 anni del 26%. Aumenti che Ruote Libere denuncia come intollerabili e i dati sopra richiamati ne confermano l’imbarazzante entità che non ha pari sul mercato libero dei servizi come dell’industria. Nonostante questo fiume di denaro garantito ai Concessionari, nello stesso periodo temporale preso in considerazione, non vi sono stati incrementi di servizi adeguati.
Come se tutto questo non bastasse, a fronte di una crisi epocale per il mondo dell’autotrasporto, si dà il via libera a una nuova stangata che graverà immediatamente sui conti economici delle imprese. Ricordo anche che i concessionari italiani hanno goduto nell’ultimo decennio di incrementi tariffari annuali che vanno oltre le medie economiche di altri settori e della stessa inflazione.Purtroppo non possiamo che constatare come sul fronte pedaggi l’inizio d’anno confermi il modello che purtroppo gli autotrasportatori conoscono bene. Un modello che vede i grandi utenti delle autostrade, i camionisti, primi penalizzati dagli aumenti e che parallelamente ripropone il vecchio sistema-beffa dei rimborsi dei pedaggi autostradali. Rimborsi, per i camionisti, subordinati sempre e comunque ai Consorzi di servizi (che spesso finanziano a loro volta le associazioni di rappresentanza di cui sono emanazione) che trattengono considerevoli fette delle agevolazioni concesse dal governo sottoforma di commissioni, quando – come gli stessi sconti sui mezzi green dimostrano – il tutto sarebbe facilmente applicabile direttamente sul Telepass senza alcun intermediario.
In questo momento si avrebbe l’obbligo di far progredire il Paese cambiando ciò che non va e adeguandoci invece a sistemi che in Europa hanno mostrato semmai ben altra efficienza. Nel nostro caso, quello dell’autotrasporto, è necessario un cambiamento profondo che restituisca al settore nuovo slancio ma soprattutto la liquidità persa in tutti questi anni. In tal senso Ruote Libere propone di cambiare radicalmente il meccanismo dei rimborsi pedaggi sostituendo l’attuale sistema delle riduzioni compensate con quello degli sconti direttamente erogati dalle concessionarie al casello. In Europa già funziona in questo modo e in Italia è possibile adeguarci portando i benefici direttamente a chi deve fruirne: gli autotrasportatori.