Pandemia e crisi dei chip: sull’auto effetto devastante

di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

Crollo per il mercato dell’auto in settembre. Le immatricolazioni di auto nuove hanno fatto registrare un calo record del 32,73% sullo stesso mese del 2020. E ciò nonostante che dal 2 agosto fossero ritornati in vigore, grazie a un nuovo stanziamento di fondi, gli incentivi per le auto più richieste, che sono quelle con emissioni comprese tra 61 e 135 grammi di CO2 al chilometro.

Il drammatico crollo di settembre si abbatte su un settore, già fortemente penalizzato dalla pandemia. La causa del crollo è la crisi nelle forniture di microchip che è anch’essa legata alla pandemia. Con l’avvento del virus i produttori di microchip avevano ridotto i programmi di produzione ritenendo che vi sarebbe stato un calo di domanda legato al lockdown e in generale agli effetti negativi della crisi sanitaria. E’ successo invece esattamente il contrario. La limitazione agli spostamenti delle persone e l’avvento dello smartworking hanno determinato una forte crescita della domanda di computer portatili, tablet  e smartphone, prodotti che impiegano numeri rilevanti di semiconduttori. Una delle conseguenze più importanti di questa situazione è stata proprio la forte riduzione delle forniture di microchip al settore dell’auto con fermi di produzione in tutto il mondo ed anche con chiusure di impianti.

Naturalmente la conseguenza principale è stata un forte rallentamento delle consegne di autoveicoli nuovi alle reti di distribuzione e una forte riduzione delle giacenze nelle concessionarie di auto pronte per la consegna. Dall’inchiesta congiunturale condotta dal Centro Studi Promotor a fine settembre emerge infatti che ben il 96% dei concessionari indica bassi livelli di giacenze. All’inizio dell’anno la quota corrispondente era del 28% e da quando viene condotta l’inchiesta congiunturale mensile sull’automobile del Centro Studi Promotor, cioè dal 1993, un livello così basso di giacenze di auto nuove non si era mai verificato.

Questa situazione ha importanti conseguenze anche sul mercato dell’usato. In settembre le vendite di usato calano del 17,07% rispetto a settembre 2020. Inoltre, sempre in settembre, il 97% dei concessionari indica basso il livello delle giacenze, mentre forti tensioni si registrano sui prezzi. In gennaio 2021 solo il 10% dei concessionari giudicava elevati i prezzi dell’usato, in settembre questa percentuale è balzata al 53%.

La stangata dei microchip, insieme a quella della pandemia, stanno determinando una situazione di assoluta emergenza per il comparto dell’auto. E’ dunque indispensabile che il Governo assuma provvedimenti immediati utilizzando la Legge di Bilancio o anche ricorrendo alla decretazione d’urgenza per prevedere subito interventi a favore del settore in attesa di definire, nei tempi più rapidi possibili, un piano organico per sostenere in maniera strutturale la difficile transizione verso l’auto elettrica.

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