Olivi (Bmw Italia): “Cresce la voglia di green”

 

di Roberta Pasero

Una lettera, due numeri. E soprattutto due ruote. È anche dalla cruiser R18 First Edition, la moto ammiraglia ipertecnologica dalla linea vintage che ha ricominciato Bmw, prima ancora che finisse il lockdown per il Covid-19. “Un segnale che testimonia la voglia di ricominciare a viaggiare quando si potrà davvero farlo in tranquillità”, dice Roberto Olivi, direttore relazioni istituzionali e comunicazione di Bmw Group Italia.

Bmw vuol dire anche Motorrad. Come ha reagito il mercato delle due ruote?
“Bene. Lo ha dimostrato proprio il lancio di R18, una moto che molti hanno acquistato in un momento difficile, in prevendita online, senza nemmeno averla vista e provata. Il mondo delle due ruote è fatto di passioni e c’è un legame fortissimo con il nostro marchio che ha resistito anche in questa circostanza”.


Voi dove vi eravate fermati e cosa è accaduto in questi mesi?
“Non ci siamo voluti fermare, e come team comunicazione e marketing abbiamo continuato cambiando il modo di lavorare. Perché non volevamo ripartire da fermi. Quindi per Bmw, Mini e Motorrad abbiamo creato nuovi contenuti digitali, incontri online e conferenze stampa in streaming per presentare nuovi modelli e comunicare una serie di aspetti tecnologici che nella fase pre-Covid erano sommersi da mille comunicati e valorizzati di meno. Abbiamo capito che era tempo di raccontarli”.
Bmw Italia ha contribuito all’emergenza Covid 19 donando 50mila mascherine agli ospedali, ma anche con due campagne pubblicitarie, presente Alex Zanardi. Che non parlavano di un modello di auto, ma di un modello di vita.

“Nel primo, mandato in onda proprio in piena tragedia, volevamo far riflettere e incoraggiare attraverso le parole di un campione che ogni giorno sfida la vita. Il secondo spot a ridosso della Fase 2, invece, allarga alla speranza e ai modelli delle auto. Entrambi fanno capire cosa conta nella vita oltre ai numeri delle vetture vendute”.
Questo per la teoria. E la parte pratica delle prove auto come pensate di organizzarla?
“Troveremo nuovi modi più flessibili e personalizzati in base alla tipologia dei lanci e alle esigenze dei giornalisti. Prima condividevamo tutti il medesimo programma, adesso si può pensare a configurare un percorso per chi ha soltanto mezza giornata per valorizzare l’auto, oppure di lasciarla una settimana per consentire di approfondire determinati aspetti”.
Da quali modelli siete ripartiti?
“Per noi il 2020 è un anno di tanti lanci importanti. Ripartiamo e ripartiremo da Mini elettrica, Bmw Serie 2 Gran Coupé e Nuova Bmw Serie 1 in attesa del primo Suv completamente elettrico iX3, in arrivo entro fine anno”.
Covid-19 ha modificato la vostra visione della mobilità sostenibile?
“No. Noi continuiamo il nostro cammino anche forti dei risultati: nei primi due mesi dell’anno sulla parte di elettromobilità avevamo segnato un incremento a tre cifre, del 145 per cento. Numeri che dimostrano come già prima del lockdown le persone fossero fortemente indirizzate verso scelte ecosostenibili. Inoltre, il nostro presidente Oliver Zipse ha confermato 30 miliardi di investimenti in ricerca e sviluppo da qui al 2025. E anche che entro il 2023 avremo 25 nuovi modelli, di cui 12 elettrificati. Le nuove tecnologie per noi rimangono centrali: non soltanto le persone considerano l’automobile uno strumento di mobilità, ma paradossalmente questa crisi ha accelerato la voglia di muoversi in modo sostenibile. E per Bmw sostenibile vuol dire tutto, diesel, benzina, ibrido elettrico, in modo da consentire ad ognuno di fare la scelta che vuole”.
Offrendo anche la possibilità del “soddisfatti o rimborsati.
“Sì. Con la formula Why Buy anche chi acquista una vettura elettrificata ha la possibilità di restituirla dopo 12 mesi qualora cambiasse idea, per tornare ad una motorizzazione tradizionale”.
Lei è un appassionato lettore. Questo periodo quale romanzo le ricorda?
“L’ombra dello scorpione, di Stephen King, un romanzo che racconta di una crisi epidemiologica che cambia il mondo e lo divide tra buoni a cattivi. Anche da noi dalla sera alla mattina è cambiato tutto. Questo ha riportato un fortissimo senso di umanità, di condivisione e in primo piano il desiderio di avere cura delle persone e di poterle aiutare. A questa voglia di esserci emotiva è seguita un’accelerazione fortissima del mondo nel quale vivevamo. Abbiamo capito che la tecnologia che subivamo, in modo quasi infastidito, perché sembrava che ci avesse invaso le vite, in realtà non era così invadente. E infatti quello che ci è mancato maggiormente è stata proprio la parte dedicata alla vita di relazione. Alle emozioni reali”.

 

 

 

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