Nonno Gianni Agnelli: oggi avrebbe fatto 100 anni

di John Elkann, presidente di Exor, Stellantis e Ferrari

(estratto dall’intervista pubblicata da “La Stampa” il 7/3/2021)

Sarebbe contento. Intuì e disse prima degli altri che nel mondo dell’auto sarebbero rimasti sei o sette grandi player globali. Oggi, con Stellantis, siamo uno di questi player. È un traguardo importante, ma è un punto di partenza, sicuramente non di arrivo. Mio nonno Gianni Agnelli ha amato profondamente l’Italia, e l’Italia lo ha molto amato. Le tante manifestazioni di affetto che abbiamo visto in occasione dei suoi funerali sono state straordinarie: il lungo abbraccio degli italiani, che hanno voluto salutarlo così.

Tra l’azienda e il Paese il rapporto è stato positivo per tutti, e lo è tuttora. I vantaggi sono evidenti, basta guardare al contributo dato in più di 100 anni di attività imprenditoriale, ma anche al ruolo svolto dalla Fondazione Agnelli, oltre alle attività sociali e solidali realizzate dalla mia famiglia.

Siamo stati in grado di crescere molto nel mondo in questi ultimi vent’anni e questo ha rafforzato anche le nostre attività italiane, perché sono ormai parte di una realtà più grande, che ha valorizzato e potrà valorizzare ancora di più la nostra italianità.

Mio nonno sarebbe stato molto orgoglioso di un presidente del Consiglio come Mario Draghi. E avrebbe cercato di aiutare l’Italia a gettare le basi dello sviluppo con il Recovery Plan e la transizione ecologica. Soprattutto, avrebbe espresso una forte fiducia nel futuro. Avrebbe ragionato sulle strategie necessarie a vincere la paura e l’incertezza. Ci avrebbe sollecitato a usare al meglio la tecnologia e ad affrontare la sfida ambientale. Ci avrebbe stimolato a trovare soluzioni creative e credibili. Soprattutto: avrebbe puntato molto sui giovani.

Sono convinto che non avrebbe avuto paura del Covid. Avrebbe esercitato la massima attenzione, questo sì, nei confronti del virus e delle sue conseguenze. Ma soprattutto avrebbe cercato di aiutare chi è nel bisogno, e avrebbe incoraggiato a usare l’ingegnosità per trovare soluzioni. Sarebbe stato felice di ricevere questo vaccino realizzato a tempo di record: un atto di fiducia in uno straordinario risultato della ricerca e della cooperazione internazionale.

La Juve è il grande amore di tutta la nostra famiglia. Siamo gli unici, nel mondo, ad aver mantenuto un rapporto così forte e longevo con un club sportivo. Sarebbe stato fiero e felice di vivere l’ultimo decennio: 9 scudetti consecutivi, quasi il doppio dei 5 che lui visse da bambino negli Anni ’30. Avrebbe sposato la scelta coraggiosa di mio cugino Andrea: dopo un decennio così ricco di grandi successi, puntare su un allenatore e una squadra giovani per costruire il futuro.

La Ferrari? Il nonno sarebbe deluso, come lo siamo tutti noi tifosi della Ferrari. Ma io sono ottimista, perché abbiamo due piloti giovani: non sono abituati a vincere., ma hanno tanta voglia di allenarsi per vincere. Con la loro umiltà e determinazione stanno contagiando tutta la squadra.

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