Massimo Agostinelli (Nissan Italia)
NISSAN: “La vera mobilità è 100% elettrica”
di Giuliano Giulianini
Hurry Magazine ha intervistato Massimo Agostinelli, Electric Vehicles Product Manager di Nissan Italia. In un recente convegno organizzato a Roma durante la Mobility Week, Agostinelli ha ribadito la politica della casa giapponese di puntare esclusivamente sull’elettrico al 100% (per quanto riguarda le motorizzazioni ecologiche); e sulla tecnologia “Vehicle to grid”, o V2G, che preannuncia un futuro in cui le auto faranno da accumulatori per le reti elettriche cittadine: prendendo e cedendo energia a seconda delle necessità.
Quali sono i numeri di vendita di auto elettriche Nissan, a livello globale e in Italia?
“Dal 2010 ad oggi Nissan ha venduto 280 mila veicoli elettrici a livello globale, di cui: circa 80 mila in Europa; i restanti 200 mila sono ripartiti piuttosto equamente tra il mercato americano e quello asiatico, in particolare in Giappone. In Italia siamo leader del mercato 100% elettrico dal lancio della Leaf, nel 2010. La nostra leadership è stata potenziata ulteriormente dal luglio 2014, quando abbiamo lanciato anche l’e-NV200, il furgone che nasce dalla combinazione tra l’NV200 termico con la tecnologia 100% elettrica della Leaf”.
Perché Nissan ha fatto la scelta di produrre esclusivamente veicoli 100% elettrici, e non anche ibridi?
“Perché rappresenta la vera soluzione alla mobilità sostenibile. Oggi come oggi, la quantità di CO2 risparmiata da un veicolo elettrico al 100% non è paragonabile a qualsiasi altra soluzione. Per raggiungere nel futuro una mobilità sostenibile, questa rappresenta, e rappresenterà sempre, la migliore opportunità sia di business privato sia di interesse pubblico”.
Nell’intervento al convegno lei ha sottolineato anche i vantaggi che i servizi pubblici potrebbero ricavare dall’uso di veicoli elettrici.
“In primis nell’utilizzo dei taxi. La Leaf rappresenta la migliore soluzione per il taxi elettrico per dimensione e autonomia; soprattutto con la nuova generazione che è stata presentata il 6 settembre in Giappone, e che sarà commercializzata in Europa a partire da gennaio. Ha un’autonomia stimata di 378 km nel ciclo NEDC (New European Driving Cycle, il ciclo di guida standard in Europa per i consumi sulle percorrenze medie, ndr.); il bagagliaio più ampio della categoria; ed ha a disposizione, come il modello che va a sostituire, cinque posti comodi. Se consideriamo l’impegno preso dalle pubbliche amministrazioni attraverso il “Patto dei sindaci” per ridurre le emissioni di CO2, basta pensare che ogni veicolo elettrico, con una percorrenza media di circa 15 mila km annui, risparmia circa 1,5 tonnellate di CO2. Rispetto all’installazione di pannelli fotovoltaici, ciò rappresenta un’opportunità estremamente meno onerosa per una qualsiasi pubblica amministrazione. Inoltre una vettura elettrica ha la metà del running cost di una vettura endotermica o ibrida: un investimento non solo d’immagine ma anche economico”.
Un altro interessante concetto emerso dal dibattito è il “superamento” della colonnina di ricarica standard grazie alle nuove tecnologie.
“La colonnina di ricarica, con il “Vehicle to grid” e il “Vehicle to home”, rappresenterà un punto di scambio non solo di informazioni ma anche di energia tra le vetture e la rete. Questo consentirà di ottimizzare il flusso in entrata e in uscita dell’energia elettrica sulla rete, rendendo possibile l’utilizzo delle energie rinnovabili. Se, ad esempio, facciamo riferimento alle energie rinnovabili per eccellenza, fotovoltaico ed eolico, che hanno un’intrinseca stagionalità o quotidianità, il fatto di avere degli accumulatori a disposizione (le auto stesse, ndr.) renderà la vita più facile sia ai distributori di energia sia ai consumatori”.
Oggi come oggi, la quantità di CO2 risparmiata da un veicolo elettrico al 100% non è paragonabile a qualsiasi altra soluzione
Tutto ciò presuppone un’economia e delle infrastrutture adeguate non solo a livello comunale ma anche nazionale e globale. Chi ritiene più pronti a questo cambio di prospettiva: gli automobilisti o le istituzioni?
“In Italia la situazione è legata ad entrambi i fattori. Dalla parte delle istituzioni abbiamo degli elementi molto proattivi: in ENEL abbiamo un esempio di leadership a livello mondiale per il protocollo V2G. Per sfruttare il V2G occorre una colonnina particolare, con attacco CHAdeMO (ricarica veloce, ndr.), che è in grado di veicolare l’energia in maniera bidirezionale tra auto e rete elettrica: ovvero prenderla e restituirla.
Per quanto riguarda l’utenza, abbiamo in Italia già una folta schiera, sia di early adopters sia di gente che sta per fare il passo verso il veicolo elettrico, ma è in qualche modo ostacolata dal prezzo e dall’ “ansia da autonomia”, che con l’ultima generazione dovrebbe venire meno. Rispetto agli altri paesi europei soffriamo un po’ la mancanza dell’incentivazione da parte delle istituzioni. Se facciamo un raffronto, la Germania gode di incentivi di qualche migliaio di euro, in Francia si raggiungono i 10.000 euro, e in altri Paesi c’è la completa esenzione dell’IVA. Parliamo quindi di contributi molto importanti. Nissan, finora, grazie alla leadership sul mercato, è riuscita a proporre i veicoli elettrici a prezzi più accessibili rispetto alla concorrenza. Ad esempio, alcuni tassisti a Roma hanno adottato la Leaf, nonostante non avessero nessun contributo: vuol dire che c’è una convenienza economica a prescindere dal prezzo iniziale, perché, a livello di total cost of ownership, i running cost molto più vantaggiosi fanno si che la scelta premi, nel lungo periodo”.
Quanto è lontano un futuro 100% elettrico?
“Il V2G è in una fase di sperimentazione. Mentre in Europa la sperimentazione è aperta, normata dalle varie autorità legate a questo tipo di attività, nell’ambito italiano stiamo ancora soffrendo un po’ di ritardo è partita la fase dei test. Nei primi mesi di quest’anno l’Istituto Italiano della Tecnologia in collaborazione con Nissan Italia, ha avviato a Genova il primo carsharing con “Vehicle to grid”, dedicato ai dipendenti dell’istituto”.
Guida autonoma e auto 100% elettriche sembrano ancora dei tabù in Italia. Assistiamo in questi mesi a un boom di vendite delle ibride ma il mercato dell’elettrico 100% aumenta di poco. Sentite questa difficoltà?
“La sentiamo molto. L’elettrico fino ad oggi ha sofferto dell’ansia da autonomia e dell’assenza di infrastrutture collegata ad essa. Con la nuova generazione di auto l’autonomia è tale per cui riusciamo a soddisfare il 98% degli interessati al segmento C. Ovviamente rimarranno fuori i responsabili commerciali, i rappresentanti, gli agenti di commercio che hanno bisogno di percorre 300-500 km al giorno. Per tutti gli altri casi è sufficiente avere la possibilità di ricaricare a casa, o di avere una colonnina di ricarica pubblica a breve distanza, per poter ovviare a questo tipo di problema”.