Neopatentati: altra follia burocratica
Il comma 2 bis dell’articolo 117 del Codice della strada relativo alle norme tecniche per i neopatentati va abrogato: a ribadirlo è “Quattroruote” che nel numero di marzo denuncia l’ennesimo paradosso della norma. “È una limitazione stupida, perché in molte situazioni non permette ai giovani di mettersi al volante dell’auto di famiglia sulla quale, magari, si sono esercitati per mesi con il foglio rosa in tasca. È controproducente, perché, spesso dopo aver perso l’abitudine alla guida e senza avere accumulato esperienza su strada, ci si può mettere senza alcuna formalità al volante di vetture di qualsiasi potenza. Ma ora si aggiunge il paradosso: ai neopatentati è consentito di divertirsi con vetture decisamente performanti in termini di accelerazione e ripresa, in plateale contraddizione con lo spirito che suggerì di adottare quel provvedimento”, spiega il mensile.
La legge vieta infatti a chi ha conseguito la patente B da meno di un anno la guida di auto considerate “potenti”, ovvero con potenza superiore a 70 kW (95 cv) e potenza specifica, riferita alla tara, maggiore di 55 kW/t. Un’importante incongruenza deriva dall’attuale crescente diffusione delle auto elettriche. Le vetture a batteria riportano sulla carta di circolazione non la potenza di picco, spesso elevata, ma quella “massima sui 30 minuti”, come previsto da un regolamento dell’Unione Europea. Un valore che risulta sensibilmente inferiore a quello massimo, ma che è valido ai fini della legge sui neopatentati.
Nell’indagine pubblicata da “Quattroruote” vengono messi a confronto modelli analoghi con propulsore elettrico e termico come la Hyundai Kona, la Opel Corsa e le Volkswagen ID.3 e T-Cross. Le prime, pur avendo prestazioni più elevate soprattutto in termini di accelerazione e ripresa, sono alla portata dei neo-automobilisti, le seconde no. La Hyundai Kona Electric 64 kWh, per esempio, brucia lo 0-100 km/h in 7,2” e riprende da 70 a 120 km/h in soli 5,8”, contro i 10,5” e 17,3” della Kona 1.6 CRDi con motore a gasolio; ancora più ampio il divario tra la Volkswagen ID.3 (i cui tempi sono, rispettivamente, di 7” e 6,5”) e la T-Cross 1.0 TSI 95 CV (che ferma i cronometri su 11,2” e 21,8”). Un risultato paradossale, che il giornale denuncia come l’ennesima follia burocratica all’italiana.