Nel primo trimestre CO2 giù: perché è merito degli incentivi
di Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae
Il rallentamento dell’Italia rispetto ai major markets europei, sia nel numero complessivo delle immatricolazioni sia nella quota delle auto ibride (HEV) è indice dell’esaurirsi degli incentivi della fascia 61-135 g/km, il cui ruolo è stato determinante per il rinnovo del parco circolante, tra i più vecchi d’Europa. Grazie anche agli incentivi a questa fascia di vetture nel primo trimestre dell’anno, il nostro Paese ha ridotto di 11,3 g/km le emissioni di CO2 sulle nuove immatricolazioni, un successo che per il 70% è da attribuire proprio alle auto della fascia 61-135 g/km, che oltretutto hanno sostituito altrettante vetture obsolete.
Se si vuole raggiungere l’obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030, l’Italia non può prescindere dalla proroga dell’Ecobonus fino al 2026, necessaria per sostenere la domanda di veicoli nuovi durante la transizione energetica e ridurre l’impatto sull’ambiente.