Motori termici addio: troppe contraddizioni

di  Andrea Rossetti, presidente di Assopetroli-Assoenergia

(dalla lettera inviata al premier Mario Draghi e al Cite)

 

La nota stampa diramata a seguito dell’ultima riunione del Cite, il 10 dicembre scorso, dalla quale si apprende che sarebbero state definite le tempistiche per il phase out dei motori endotermici, ci ha colto di sorpresa, destando sconcerto e allarme. Con particolare riferimento al commercio di carburanti, le nostre aziende sono presenti sia sul canale “rete” con circa 11.000 impianti di distribuzione stradale, sia su quello “extrarete”, che ricomprende le forniture fuori dai punti vendita stradali, destinate tra l’altro al riscaldamento domestico, all’agricoltura, alla marina e all’aviazione.

 

Il suddetto annuncio, qualora fosse confermato, è in netto contrasto con le numerose dichiarazioni rese pubblicamente dal Governo nelle scorse settimane. Lo stesso comunicato, inoltre, lancia messaggi in contraddizione tra di loro, sui quali è doveroso e urgente che il Governo faccia chiarezza. Se infatti, da un lato, nella nota si dichiara la volontà di mettere al bando il motore endotermico, dall’altro, citando peraltro il concetto della “neutralità tecnologica”, viene ribadita la necessità di “mettere in campo tutte le soluzioni funzionali alla decarbonizzazione dei trasporti”, riconoscendo anche “il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia.

 

Come la nostra Associazione ha avuto più volte modo di rappresentare, i biocarburanti e i carburanti di origine sintetica avranno effettivamente un ruolo cruciale nella transizione energetica, avendo il vantaggio di unire alle eccellenti performance ambientali anche la possibilità di essere distribuiti mediante l’infrastruttura già esistente.

 

 

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