Motori endotermici addio: perché se ne parla a sproposito

di Pierluigi Bonora

Call a tre per commentare quanto emerso dalla quarta riunione del Cite, il Comitato interministeriale per la Transizione ecologica, nella quale sono state definite le tempistiche di sostituzione dei veicoli con motore a combustione interna (addio programmato dal 2035).

La linea espressa dal Cite, fatto salvo l’elettrico, apre ora anche a idrogeno e biocarburanti (senza però tener conto che queste alimentazioni necessitano sempre dei motori endotermici, per l’idrogeno nel caso del suo utilizzo non in abbinamento alle fuel cells).

A confronto, dunque, il sottoscritto con le sue provocazioni, e due grandi esperti: Pier Luigi del Viscovo, direttore di Fleet & Mobility, e Andrea Taschini, manager automotive e Senior advisor. Oltre a commentare la posizione decisa dal Cite, in linea con il piano Ue “Fit For 55”, si parla anche del ruolo dei media e della crescente informazione, non verificata e quindi non attendibile, sui temi della transizione ecologica.

2 Comments

  1. Lugar says:

    2035 l’ultimo anno per i motori a scoppio. Si ma se un auto vive in media 12 anni, vale da se che il mercato è già praticamente fermo. Allora o si da una alternativa valida oppure si tiene il rottame dell’auto fino all’esaurimento completo. Comunque sia, è una mazzata economica alle fabbriche di automobili e a tutto l’indotto. Avrei preferito regole meno oppressive, cioè aspettare una tecnologia capace di sostituire immediatamente i motori endotermici e una migrazione più lenta magari prima del 2035. Oggi abbiamo centrali elettriche che inquinano per produrre elettricità che apparentemente muovono i veicoli senza inquinare, dopodichè bisogna dire agli utenti che un viaggio in auto da Milano a Roma durerà circa 10 ore di cui cinque per la ricarica.

  2. Ma c’è qualcuno dei “legiferanti” che si è fatto una stima dell’enorme potenza elettrica necessaria alla conversione in oggetto, potenza da installare da subito e nel corso di tutti i prossimi anni ? E con che tecnologie visto che con i combustibili fossili, (gas naturale, petrolio, carbone ), aumenteremmo di pari passo la produzione di CO2 ? Qualche fantasista starà pensando al fotovoltaico o all’eolico : faccio presente che negli ultimi 3 mesi, i miei 6 KW di pannelli installati da qualche anno, hanno prodotto meno di 1/5 dell’energia consumata. Che area del Paese sarà poi disponibile ad ospitare questi impianti di generazione elettrica magari basati sul “nuovo nucleare ? Nel frattempo, sull’onda del famoso 110% sto vedendo una miriade di progetti comprensivi di elettrificazione totale delle utenze domestiche, domotica integrale, …. immancabile colonnina di ricarica dell’auto elettrica, con in tutto un impiantino fotovoltaico da 3KW ! Auguri e tanta, tanta pazienza per la ricarica ….

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