Moto: c’è un gap conoscitivo e ideologico

di Paolo Magri, presidente di Confindustria Ancma

In un contesto di crisi gravissima e di totale assenza di misure incentivanti da parte del Governo per il nostro settore, quello delle due ruote, il primo mese di riapertura delle concessionarie raccoglie qualche timido e marginale segnale di vitalità. Un risultato ottenuto solo grazie alle generose politiche commerciali messe in campo dalle Case costruttrici, a chi acquista ancora per passione e alla crescente propensione dei cittadini a scegliere le due ruote come soluzione efficace di mobilità della ripartenza.

Tutto questo è comunque insufficiente per rialzare un mercato connotato da una fortissima stagionalità, che nei primi cinque mesi del 2020 ha fatto segnare un pesante -37,8% rispetto all’anno precedente, riportandoci indietro agli anni più bui per il nostro comparto.

La nostra industria non si piange addosso, ma di fronte al valore che creiamo e agli ingenti investimenti in ricerca e innovazione che le Case motociclistiche mettono in campo per migliorare l’impatto ambientale dei veicoli e fare delle due ruote una soluzione sostenibile e fruibile, siamo pronti nuovamente a colmare, con un dialogo costruttivo e responsabile, quel gap conoscitivo e talvolta ideologico che ha portato le istituzioni a dimenticarsi di un settore trainante che, tra le altre cose, offre occupazione a oltre 40mila persone e che nel 2019 ha contribuito con un gettito erariale di oltre 5,5 miliardi di euro.

 

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