Monopattini: le regole sono un problema per tutti 

Il 2020 è l’anno dei monopattini ma i problemi non mancano: viaggiano a zig-zag tra la gente nelle isole pedonali, circolano di sera senza il giubbino riflettente o contromano sulle strade extraurbane, percorrono marciapiedi e corsie preferenziali, ci salgono in due, anche minorenni, senza indossare il casco: è la giungla urbana fotografata da Quattroruote che, nel numero di gennaio, pubblica la cronaca di una qualsiasi serata milanese. Un’indagine che rivela come da un lato la maggior parte dei guidatori di monopattini affermi di non conoscere molte delle regole cui dovrebbe attenersi, dall’altro le forze dell’ordine si dimostrino anche troppo indulgenti.

Monopattini, indagine Quattroruote

Nonostante fosse già sera, infatti, nessuno dei monopattinisti incontrati da Quattroruote indossava il giubbino riflettente, prescritto nelle ore notturne in ogni situazione, pure se le luci del mezzo sono accese, anche su strade ben illuminate e persino nelle aree pedonali, dove non si devono superare i 6 km/h e si dovrebbe portare a mano il mezzo, qualora possa intralciare o creare pericolo per i pedoni. Della norma, non c’è neppure conoscenza: “È la prima volta che ne sento parlare”, ci si sente rispondere dagli intervistati. Il problema è che la regola non viene neppure fatta rispettare: “La ratio – ha spiegato un’agente della Polizia locale a Quattroruote – è che la persona sul monopattino dev’essere visibile in base alle condizioni. Se il monopattino è visibile… Guardi, quello dei giubbotti è il problema minore”.

Regole

A colpire, spiega l’indagine del mensile, è il disincanto con cui viene descritto il fenomeno, accompagnato dalla diffusa mancanza di consapevolezza delle basilari norme di prudenza e di sicurezza. Tra gli interpellati, infatti, ci sono minorenni del tutto ignari dell’obbligo d’indossare il casco e il giubbino riflettente nelle ore serali, adulti non a conoscenza del limite di velocità di 6 km/h previsto nelle aree pedonali, esponenti delle forze dell’ordine che ammettano come molti giovani preferiscano di sera il monopattino all’auto, per non correre rischi di sanzioni dovute allo stato di ebbrezza.

Polizia locale

“Il problema – ha spiegato un agente della Polizia locale – è che i monopattini sono stati introdotti prima di essere normati, mentre invece andrebbero targati e assicurati”. Un monito più che condivisibile, anche perché le polizze assicurative delle compagnie di sharing in genere prevedono franchigie elevate a carico dell’utente, fino a 2.500 euro. E chi, invece, usa un mezzo proprio, è chiamato a rispondere personalmente degli eventuali danni arrecati, se non ha provveduto a sottoscrivere una delle poche polizze specifiche offerte dalle compagnie.

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