Da sinistra: Pierluigi Bonora, Claudio Spinaci, Giuseppe Bisogno, Simonpaolo Buongiardino e Michele Biselli
#MobilitàTour e i problemi dell’automotive
Nella sede di Perugia di Confcommercio si è svolto il terzo e ultimo appuntamento del 2018 di #MobilitàTour, l’evento itinerante promosso da Federmotorizzazione che ha l’obiettivo di sentire la voce delle diverse realtà collegate al mondo della mobilità, direttamente nelle varie zone di un territorio vasto come quello della nostra Penisola, dove le problematiche assumono sfumature diverse in funzione dell’area geografica.
L’evento, organizzato con la collaborazione di Confcommercio Umbria, ARCA Umbria (l’Associazione Regionale Concessionari Auto) e Ascom Provinciali conclude il percorso iniziato a Milano e proseguito a Bari, in occasione della Fiera del Levante, che si completerà nei primi mesi del 2019 con gli Stati Generali che permetteranno di fare il punto sulla situazione di tutta la filiera che svolge un ruolo strategico nell’economia del Paese. La tavola rotonda ha analizzato il tema dell’innovazione a 360 gradi come soluzione per risolvere le ormai croniche difficoltà di rinnovamento di un parco circolante, che risentono dell’assenza di forme di sostegno per consentire alle persone che ancora utilizzano le auto più vecchie di passare a un veicolo più attuale.
Giro di vite contro gli “spippolatori seriali”
I lavori sono stati aperti da Giuseppe Bisogno, dall’inizio del 2018 questore di Perugia, e in precedenza osservatore privilegiato con l’incarico di direttore del servizio di Polizia Stradale. La sua analisi è stata concentrata sull’innovazione in tema di sicurezza e su come le istituzioni possano contribuire ad arginare il problema delle morti sulle strade, che dopo un periodo di contrazione ha ripreso la tendenza al rialzo. «Quando mi trovo a parlare ai giovani ricordo loro che ogni giorno sui quotidiani si trova la notizia di 10 morti, che potrebbero essere i numeri di una strage, invece è semplicemente la cronaca, che a fine anno porta a un totale di oltre 3.300 vittime (nel 2017) sulle strade. L’aspetto più preoccupante è rappresentato dal fatto che, al contrario di quanto si possa pensare, l’autostrada è il posto più sicuro, mentre il pericolo arriva dalle distrazioni in città e sui percorsi extraurbani. Per questo, da parte nostra l’innovazione è concentrata nella ricerca di sanzioni più pesanti per quelli che il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha coloritamente definito “spippolatori seriali” degli smartphone. La sottrazione di punti ha perso efficacia, servono misure più incisive, come il ritiro immediato della patente».
L’Umbria sulla strada giusta
Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria, si è concentrato sulla situazione del territorio, segnalando come si sia imboccata la strada giusta per fare importanti passi in avanti. «Mancava un’organizzazione di concessionari, ma dalla scorsa primavera ci sono le persone giuste, che assicurano un grande coordinamento tra le imprese della regione, alcune delle quali sono strutturate per agire nelle province limitrofe, incrementando il gettito per l’economia dell’Umbria. L’auto si conferma un settore importante, e qui i numeri confermano che la crisi è superata, con il totale riassorbimento e l’incremento degli addetti rispetto ai momenti più difficili, mentre altri settori sono ancora sofferenti».
L’incertezza delle normative danneggia i concessionari
Sempre in ambito regionale, Michele Biselli, presidente di Arca Umbria, l’associazione aderente a Confcommercio, ha sottolineato come i concessionari si siano sempre impegnati nella ricerca di proposte promozionali di grande interesse, come i corsi di guida sicura per i neopatentati e la possibilità di sfruttare il vicino circuito di Magione. «Come associazione – precisa Biselli – nel corso del 2018 ci siamo impegnati per ottenere l’esenzione del bollo per le auto alimentate a GPL, un consorzio dei ricambi e le colonnine elettriche nelle concessionarie. Abbiamo inoltre assunto nuovi addetti, soprattutto responsabili marketing, ma dobbiamo combattere con l’incertezza delle normative, che determina il rinvio degli acquisti».
Troppe le vendite “drogate”
Per Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione e promotore del tour, è fondamentale uscire dal nucleo centrale dei concessionari e rappresentare unitariamente l’intero settore della mobilità, perché solo in questo modo si ottiene una dimensione numerica riconoscibile. «Nel 2018 la crescita delle vendite si è arrestata per la caccia alle streghe nei confronti del diesel e bisogna analizzare attentamente i numeri del mercato. Calano le vendite ai privati e crescono quelle del noleggio a lungo termine, ma il dato preoccupante è rappresentato dalla voce “enti diversi”, poiché 330.000 delle 434.000 immatricolazioni sono costituite dai cosiddetti km 0. Sono ancora una volta le vendite anticipate che drogano pericolosamente il mercato».
La fiducia legata alla crescita
Pierluigi Ascani ha presentato lo studio di Format Research, focalizzando l’attenzione su alcuni punti, cominciando dalle similitudini tra il mercato nazionale e quello dell’Umbria, evidenziando come nel settore della mobilità la ripresa dopo la flessione sia stata più lenta, ma abbia ormai raggiunto i livelli del settore terziario. «Ma vale la pena di concentrarsi sui dati relativi alla fiducia, che nel settore è prevista intorno a una media di 40 punti a fine 2018, con differenze che superano i 10 punti tra le previsioni più rosee del Nord Ovest e quelle meno positive delle regioni del Sud. In ogni caso, i venditori si dimostrano fiduciosi della situazione nei prossimi cinque anni: e la fiducia conta molto, poiché è strettamente legata alla crescita o al calo degli investimenti nei sei mesi successivi al rilevamento».
Ecco la verità sulle alimentazioni
Claudio Spinaci, presidente di Unione Petrolifera, ha concentrato l’attenzione sulla lentezza del ricambio del parco circolante, dato che si sostituiscono rapidamente le auto Euro 5 e 6, ma restano le auto più vecchie, sintomo di difficoltà economiche del mercato. «La sostenibilità sociale deve andare di pari passo con quella ambientale e con l’accessibilità alle tecnologie, altrimenti il discorso non regge. Lo Stato raccoglie ogni anno 38 miliardi di euro dalla vendita di carburanti e combustibili, senza destinare nulla ai benefici per l’ambiente. Bisogna considerare che, con i limiti fissati per il futuro, nel 2030 le emissioni maggiori non arriverebbero dalla combustione dei motori, ma da altri fattori, primo tra tutti la polvere sollevata dal rotolamento delle gomme sulle strade. Per questo motivo sarà importante concentrarsi più sul lavaggio delle vie delle città e sulla cura dell’asfalto, evitando la formazione di buche».
Più controlli sulle revisioni
L’importanza di una assistenza da parte delle istituzioni, per lo svecchiamento del parco circolante, è sollecitata anche da Ruggero Campi, presidente dell’Automobile Club di Perugia, che aggiunge: «Parte della responsabilità è di alcune realtà che si occupano di revisioni, che non si capisce come possano deliberare veicoli in condizioni precarie che fumano abbondantemente. Revisioni non effettuate a regola d’arte hanno contribuito a rovinare l’ambiente».
La cabina di regia non può più tardare
Assente giustificato, Romano Valente direttore generale di Unrae, ha partecipato a #MobilitàTour con un video registrato, ricordando come 7,5 milioni di italiani non cambiano l’auto per problemi di sostenibilità sociale. «Tutti i maggiori costruttori dispongono di tecnologie ecocompatibili: sono attualmente 16 diverse e 9 di queste sono disponibili. Ma per la transizione serve una cabina di regia allo scopo di armonizzare le decisioni che accompagnino l’evoluzione della mobilità».
Usato e nuove tecnologie
Gli ultimi interventi sono stati concentrati nell’area dell’innovazione del rapporto tra le concessionarie e i clienti, sfruttando le nuove opportunità fornite dal web. Fabio Uglietti, di “Quattroruote Professional”, sottolinea che è importante cavalcare l’onda, ma che pochi lo fanno nel modo corretto. «Bisogna reinventare l’approccio con il cliente e molti restano a guardare senza sapere di preciso che cosa fare. Quel che è certo, è che non si torna indietro. Aumentano le difficoltà, soprattutto nella gestione dell’usato con l’arrivo di tecnologie prima sconosciute, ma anche le opportunità. Internet e smartphone sono, di fatto, un’estensione dei saloni e le possibilità per vendere non mancano, visto che il 48% di chi acquista un’auto non compra quella che aveva in testa quando ha iniziato la ricerca».
La gestione delle “lead“
Ivano Cardassi Talocchi, di 4plan, ex venditore tradizionale e ora specialista di comunicazione web, ha sottolineato l’importanza di gestire ogni “lead”, termine con cui si definiscono i contatti di ogni genere che possono arrivare a una concessionaria. «Serve la capacità di convertire in contratto ogni contatto, e le semplici vetrine online per presentare servizi e prodotti non bastano. Come non bastano le inserzioni classiche per vendere un usato, bisogna sapere inventare delle storie. E soprattutto serve quella necessità nel rispondere alle richieste che arrivano online da un cliente in tempi rapidi. Sono necessari veri venditori digitali che non si occupino di altro, perché ogni ritardo nella risposta (che il cliente digitale si aspetta immediata) può costare la perdita di contatto e contratto».
A moderare e stimolare il dibattito, anche questa volta è stato chiamato il giornalista Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive.