Mobilità in Italia: i mezzi privati al top, riprende lo sharing

Viaggiamo molto in automobile (88%) e poco con il Trasposto Pubblico Locale, camminiamo abbastanza e vorremmo un’ offerta integrata dei servizi di trasporto. Sono questi alcuni dei dati emersi dal primo sondaggio sugli stili di mobilità degli italiani, somministrato sia su scala nazionale che con un focus sulle grandi città di Milano, Torino, Napoli e Roma. Il sondaggio è promosso da Legambiente con Ipsos nell’ambito di Clean Cities Campaign, una campagna europea sostenuta da un cartello di associazioni dell’Unione, che punta al miglioramento radicale della qualità dell’aria attraverso stili di mobilità più sostenibile, alla ridistribuzione dello spazio urbano in favore delle utenze deboli e alla conversione dei trasporti all’elettrico.
I dati emersi dal monitoraggio hanno evidenziato che stiamo ricominciando a uscire e spostarci, seppur meno del 2019, anche nelle 4 grandi città (Milano, Torino, Napoli e Roma) dove ancora si lavora di più da casa rispetto al resto d’Italia. Eppure proprio nelle grandi città ci si sposta più frequentemente, anche 3 o 4 volte al giorno. Continuiamo ad usare spesso l’auto, ma ci muoviamo molto anche a piedi. In città autobus, tram, metropolitane e treni regionali sono al 70-80% della capienza. Il mezzo pubblico ha perso quota, penalizzato dalla paura dell’affollamento. Le regole del distanziamento, della metà dei posti in meno, della mascherina e dell’areazione e sanificazione hanno provocato una insensata paura collettiva: le stesse norme valevano anche per le automobili (vedi linee guida Istituto Superiore Sanità), ma non ci siamo lasciati intimorire.
 ”L’accessibilità per tutti ai servizi di mobilità, in sicurezza e senza inquinare, è libertà e fattore di rilancio: chiediamo che accanto ai fondi Pnrr il governo investa anche con la nuova Legge di bilancio sulla mobilità sostenibile: più treni e autobus elettrici nelle città inquinate, più risorse ai Comuni per i Piani Mobilità Sostenibile e gli spostamenti ciclopedonali, più offerte fiscalmente deducibili per i lavoratori e i mobility manager comunali“, afferma il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani. Se in città si riprende a muoversi prima e meglio attraverso l’intermodalità dei servizi, non è un caso ma il frutto di politiche di limitazione della circolazione delle auto, di sostegno all’offerta di servizi pubblici, di riduzione dello spazio per il parcheggio, di diffusione di servizi di sharing mobility (20 a Milano, 15 a Roma).
La novità nella sharing mobility sono i monopattini elettrici: nel 2020 l’Osservatorio Sharing Mobility contava 120 servizi di micromobilità, quattro spostamenti su 10 in condivisione, anche nelle regioni del sud e nei centri minori. Il 60% degli italiani (75% nelle città principali) ritengono rilevante una offerta integrata (MaaS), un abbonamento unico a trasporto pubblico, treno e servizi di sharing mobility, dal monopattino all’auto. Piace molto la Città dei 15 minuti a piedi, con i servizi di prossimità, e piacciono perfino le politiche di limitazione, quasi totale, della circolazione di
auto e moto con motori a combustione nei centri abitati.

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