Foto: Andrea Poggi, Clients & Industries Leader di Deloitte Central Mediterranean

Mobilità in era Covid: un modello più virtuoso

La crisi generata dal Covid è unica in quanto trasversale a settori, industrie e attori sia economici che istituzionali. Alcuni settori più di altri sono stati maggiormente impattati e hanno assistito a una rapida accelerazione di cambiamenti già in atto prima della pandemia. È il caso della mobilità e delle conseguenze generate dal drastico calo dell’utilizzo dei mezzi di trasporto (pubblici e privati) e manifestatesi sugli attori coinvolti nell’ecosistema della mobilità (es. automotive, assicurazioni, trasporti pubblici, sharing, …). A esempio, in Italia, Germania e Regno Unito 8 cittadini su 10 (il 76% a livello globale) a causa del Covid hanno dichiarato di aver usato meno l’auto dall’inizio della pandemia (Deloitte, ottobre 2020). La mobilità condivisa e gli associati servizi hanno subito una forte contrazione, con il 70% in meno di utilizzo di soluzioni di car sharing e il 98% in meno di immatricolazioni per noleggi a breve termine (Deloitte, marzo 2020).

Se da un lato il Covid ha generato nuove e complesse sfide per le imprese operanti nell’ecosistema della mobilità, dall’altro si sono create nuove opportunità da perseguire, anche da attori tradizionalmente esclusi da tale settore. Ne è un esempio la micro-mobilità, considerata più sicura e sostenibile dai consumatori: a esempio, in Cina, a tre mesi dal contagio, l’utilizzo del bike sharing è incrementato del 150% (Deloitte, 2020). Secondo il Deloitte MobilityCity Index 2020 inoltre, Roma si caratterizza per una visione strategica molto favorevole alla nuova mobilità, come dimostrato dall’apertura di nuove ciclabili (attesi 150 Km nel 2020), dagli incentivi alla micro-mobilità (servizio di condivisione a flusso libero di monopattini elettrici) e dall’ampliamento delle infrastrutture dedicate al trasporto pubblico.

Per rispondere, dunque, al nuovo contesto e ai nuovi bisogni di mobilità accelerati dal Covid, il nostro Paese è chiamato a includere nel Piano di Ripresa e Resilienza una rinnovata, moderna e più sostenibile mobilità. In dettaglio, la trasformazione del settore della mobilità dovrà mirare a sostenere lo sviluppo di nuovi ecosistemi di mobilità in chiave smart, coniugando interventi immediati, necessari anche per la salute dei cittadini, con una visione di lungo periodo in grado di sostenere la contaminazione tra imprenditorialità, sperimentazione e creatività per lo sviluppo di nuove idee, tecnologie e modelli di business sempre più “aperti e ibridi”, capaci di soddisfare nuovi bisogni della collettività.

Tra questi, ad esempio, molte città italiane stanno già avviando iniziative di MaaS (Mobility as a Service) per offrire in un’unica piattaforma un ampio portafoglio di servizi ai cittadini durante tutte le fasi del “mobilityjourney”, interconnettendo tutti i mezzi di trasporto disponibili. Ed ancora è indicativo sottolineare che l’80% degli italiani non esclude la possibilità di acquistare in futuro servizi di mobilità da operatori nuovi, provenienti dal mondo assicurativo-bancario, energetico e tecnologico (Deloitte).

Andrea Poggi, Clients & Industries Leader di Deloitte Central Mediterranean, dichiara: “Soluzioni sicure, ecologiche e sostenibili rappresentano il futuro della mobilità, diretta già prima della crisi verso orizzonti nuovi. Questi processi di cambiamento sono stati accelerati negli ultimi mesi e adesso gli operatori del settore e le istituzioni devono saper intercettare i nuovi bisogni della collettivitàÌ per ripensare l’intero ecosistema. Forme di sostenibilità alternative diventano sempre più necessarie a fronte anche della situazione attuale del Covid, che vede un sovraccarico sul trasporto pubblico in un momento delicato”.

Al fine di rafforzare il posizionamento di tutti gli attori coinvolti nell’ecosistema della mobilità (es. automotive, trasporti, new mobility, compagnie assicurative, energetico) e di avviare una transazione verso un modello più virtuoso e green, è necessario agire su due direttrici determinanti che vedono protagonisti strategici Pubblico e Privato. Da un lato, le istituzioni dovranno ripensare il quadro legislativo, per dare certezza normativa alle nuove forme di mobilità urbana, favorire l’integrazione dei servizi di mobilità pubblica con quelli privati, veicolando gli eventuali stimoli economici del Recovery Fund. Dall’altro, si demanda ai Privati il compito di essere il volano dell’innovazione, sviluppando nuovi ed estesi servizi, che si integrino nei contesti urbani, rispettando l’ambiente e i cittadini, in un ecosistema trasversale e sempre più attento alle persone”.

Andrea Poggi conclude: “Per far nascere e prosperare questo ecosistema, serve uno sforzo coordinato tra pubblico e privato. Il nostro Paese ha le carte in regola per innovare ed esplorare altre frontiere nell’ambito di una mobilità nuova, che rispecchi le esigenze dettate dall’era Covid. I dati degli ultimi mesi vanno in una direzione chiara ed è già in questa fase incerta che è necessario costruire una visione strategica. La mobilità diventerà sempre più un servizio a tutti gli effetti, dotato di infrastrutture tecnologiche adeguate, ma allo stesso tempo attento ai temi della sostenibilità, fortemente accelerati dal Covid e divenuti il driver principale di ogni innovazione che proceda verso il new normal”.

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