Mobilità e ricerche: sparare contro l’auto è la regola
di Pierluigi Bonora
Siamo sommersi da ricerche di mercato, sondaggi e indagini. E, di conseguenza, ci vengono proposti numeri e dati in continuazione su preferenze e stili di vita. Ma sarà poi tutto vero? O di mezzo c’è la solita e frequente strumentalizzazione, soprattutto quando si parla e auto e mobilità?
Ebbene, dato per scontato che “ai cittadini di Roma e Milano il trasporto piace pulito”, soprattutto – aggiungiamo – in tempi di pandemia, ecco che ci viene passata questa notizia: circa tre quarti dei residenti nelle due principali città italiane si dicono favorevoli a vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel in Europa dopo il 2030. Il dato emerge da un sondaggio realizzato in 15 città europee da YouGov, commissionato dalla Federazione europea Transport & Environment (T&e).
Prima di tutto sarebbe interessante capire chi è stato interpellato, a quale ceto sociale appartiene e in quali aree delle suddetti città risiede. Inoltre, questa inchiesta dice di aver coinvolto… oltre 10mila persone (pensavamo 10 milioni o più) in alcuni dei maggiori centri urbani europei di otto Stati: Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito. “Particolarmente significativo – dice l’indagine – il tasso di favorevoli alla messa al bando tra romani e milanesi, rispettivamente il 77% e il 73%. A livello europeo, il dato si ferma al 63%, ma in tutti centri urbani i favorevoli superano comunque la maggioranza assoluta degli intervistati. La percentuale dei contrari nelle due città italiane si ferma al 16% e 19%”. E un migliaio di persone per città può fare testo? Non siamo esperti in statistica, ma se a Milano vai a intervistare i radical chic di corso Venezia sai già il tipo di risposta che ottieni, e lo stesso vale per le zone “in” di Roma.
Ed ecco l’immancabile chicca: ”Il fatto che Roma e Milano mostrino il sostegno più convinto allo stop alle vendite di auto a combustibili fossili tra tutte le città europee è il segno che i loro cittadini sono stanchi di essere esposti ad alti livelli tossici di inquinamento atmosferico. Sono già oggi pronti a cambiare e non vogliono che i motori a combustione interna siano venduti più a lungo del necessario”, osserva (lei) Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di T&e. Quindi, tutto il male corre sulle quattro ruote, come al solito.
E ci mancava anche la colpa alle auto per la pandemia da Covid-19: sentite un po’: “Il sondaggio YouGov ha anche indagato il fattore Coronavirus nella propensione a sostenere lo stop alle auto alimentate da combustibili fossili. Diversi studi hanno infatti indicato possibili legami tra l’inquinamento dell’aria, di cui il trasporto stradale è una causa primaria e una maggiore mortalità legata al Covid-19″.
Quindi, la stoccata: “I decisori politici – prosegue Aneris – dovrebbero ascoltare i cittadini che si dicono pronti alla transizione completa verso veicoli a zero emissioni già nel 2030. Confidiamo che la Commissione Ue la prossima estate effettivamente proponga una data finale valida in tutta l’Ue per la vendita di automobili con motori a combustione interna”.
Ci vuole trasparenza, in un senso e nell’altro. Scommettiamo che tra poco uscirà uno studio che riferisce l’esatto contrario? Oppure una via di mezzo? Oppure ancora… Diecimila persone diviso otto città fa: 1.250 ciascuna (Milano conta oltre 1,3 milioni di abitanti e Roma 2,8 milioni). Dipende da chi ascolti. Si faccia un vero referendum a questo punto.
Naturalmente, questi quattro geni elettrici, non sono in grado di prevedere e/o calcolare i problemi relativi alla ricarica degli accumulatori… anzi, probabilmente non sanno nemmeno cosa sia un accumulatore. E, magari, pensano che il saccheggio eolico sia sufficiente e si possa fare a meno del nucleare. Beh, inizialmente godranno i produttori di biciclette. Ma, alla fine, a meno di non tornare indietro nei secoli e all’uso delle cavalcature, non potranno fare a meno del petrolio o di qualche combustibile alternativo, di facile rifornimento e utilizzo.