Mini incentivi per l’usato: ma il caso chip rischia di vanificarli
di Pierluigi Bonora
Ecco altri incentivi – con rottamazione – per l’acquisto di veicoli usati di categoria M1 (quelli fino a 8 posti, oltre al sedile per il conducente) a basse emissioni di anidride carbonica (limite a 160 grammi per chilometro e omologazione non inferiore a Euro 6). A disposizione ci sono 40 milioni e il veicolo di seconda mano dovrà avere un prezzo, risultante dalle quotazioni medie di mercato, non superiore a 25mila euro.
Il contributo viene riconosciuto solo con rottamazione e si differenzia a seconda della fascia di emissioni del veicolo usato che si acquista: 0-60 g/km di CO2 (elettriche e ibride ricaricabili): 2.000 euro; 61-90 g/km (Euro 6d, mild e full hybrid, a benzina e Diesel di piccola cilindrata): 1.000 euro; 91-160 g/km (endotermiche): 750 euro. L’autoveicolo rottamato dovrà essere della medesima categoria di quello acquistato, immatricolato da almeno 10 anni e intestato da non meno di 12 mesi all’acquirente o a un familiare convivente.
Fin qui il funzionamento di questa nuova mini ondata di incentivi. Mini ondata che, vista la situazione e sentiti gli addetti ai lavori, cade però in un momento particolare. Al di là della cifra irrisoria (in Italia, degli oltre 38 milioni di veicoli circolanti, 11,2 milioni sono ante Euro 4, quasi il 30%) il problema è che la mancanza di chip, oltre a ritardare le consegne di auto nuove a causa degli stabilimenti fermi, vede penalizzata anche la disponibilità dell’usato. «Non consegnando automobili nuove – spiega Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto (concessionari) – non si ritira l’usato in permuta». Una curiosità relativa proprio al mercato dell’usato: negli Stati Uniti il valore delle vetture di seconda mano è cresciuto del 3,6% proprio perché sono ricercatissime in alternativa al nuovo che continua a risentire dei problemi di approvvigionamento dei chip.
Tornando all’Italia, l’ultima analisi di Auto-Trend (Aci) evidenzia il segno meno ad agosto per il mercato dell’usato. E la situazione si prospetta difficile anche nei prossimi mesi sempre per il problema delle mancate forniture. La mini ondata di incentivi per l’acquisto (con rottamazione) di auto usate rappresenta, da parte del governo, un segnale di attenzione, ma non basta. La strategia “stop and go” adottata ultimamente nell’erogazione degli incentivi, al di là di problemi contingenti come quello dei chip, esalta le vendite solo nei mesi interessati. E non scioglie il nodo fondamentale dello svecchiamento del parco circolante.