Simonpaolo Buongiardino
Milano, viabilità e sicurezza
di Simonpaolo Buongiardino*
La sicurezza dei ciclisti è una priorità. Il tragico episodio recente dell’avvocato travolto e ucciso da un camion deve certamente far riflettere con grande attenzione riguardo al tema della viabilità sicura vicino ai cantieri M4 con proposte realizzabili, come il Comune ci sembra stia facendo. Chiudere al traffico privato tutta l’Area C o istituire la circle line dei Navigli dedicata ad autobus e taxi, biciclette e cargo bikes e nient’altro, non è certo la soluzione: vanno perciò evitate generalizzazioni. Vietare i camion adibiti ai cantieri non è possibile, così come vietare la circolazione agli automezzi che riforniscono la città. Ci sembra, invece, utile la proposta del Comune di obbligare i ciclisti a scendere dalla bicicletta e portarla a mano nelle aree di prossimità dei cantieri. Voglio ricordare a chi pensa a soluzioni drastiche che già sono operative restrizioni su Area C – dovute proprio alla presenza dei cantieri M4 – al traffico commerciale e al carico scarico merci. Il trasporto sostenibile non va certo penalizzato, così come l’attenzione all’ambiente. Ma non si può paralizzare la normale attività quotidiana di una città che vive di terziario e che quindi dev’essere accessibile e regolarmente rifornita.
*vicepresidente di Confcommercio Milano e presidente di Assomobilità
Credo fermamente come ciclista convinto e reale che il problema non sta nel proibire la circolazione in certi punti della città né di obbligare i ciclisti a scendere per passare alcuni passaggi difficili.
IL PROBLEMA STA ESSENZIALMENTE NELLA TESTA DI CHI GUIDA : CIOE’ ATTENZIONE. GLI AUTOMOBILISTI IN GENERE SE NE FREGANO DEI CICLISTI NON LI VOGLIONO VEDERE !!!!!!!!!!!!!!!!!! O più semplicemente NON esistono. Se poi si aggiunge il fatto che di vigili in giro NON se ne vedono il quadro è completo. Se non usi il telefono quando guidi non sei nessuno. Quando di vigili ce n’erano 600 erano tutti sulle strade e Milano era citata come una delle città più ordinate d’Europa , ora che ce ne sono 3/4/5.000 sono tutti rintanati e la circolazione fa SCHIFO.
Non raccontate frottole per favore.
Alessandro
Visto che si parla tanto di sicurezza in bicicletta, perchè non viene reso obbligatorio l’utilizzo del casco quando si va in bici (con tanto di multe se non rispettato), come lo è il casco per le moto e come lo sono le cinture di sicurezza per gli automobilisti?
Io credo che il rischio maggiore sia attualmente corso da ignari pedoni che uscendo da negozi, portoni o semplicemente spostandosi sul marciapiedi senza segnalare prima con apposite frecce direzionali poste sul bavero dei giubbini e/o sulle terga dei pantaloni vengono sfiorati da velocissimi ciclisti , quelli sì con il casco protettivo !
Alessandro la colpa degli incidenti va divisa a metà. Da autista ho visto una marea di ciclisti che usano il mezzo come fossero i padroni della strada, senza rispettare i cartelli stradali ed i semafori tanto nessuno, a me ciclista mette la multa. Qualche settimana fa mentre viaggiavo sulla 94, mezzo che copre la circonvallazione della cerchia dei navigli, una ciclista si è messa sulla corsia riservata al bus per poi pedalare con calma senza che niente fosse. Potrei poi raccontarti di quelli che che ai semafori con striscie zebrate riservate ai pedoni, ci passano sopra senza scendere dalla bicicletta. O di quelli che, invece, hanno a disposizione le piste ciclabili intonse e invece utilizzano le carreggiate a quel punto riservate ad altri mezzi. Poi ci sono autisti pericolosi non si discute ma se ogniuno guardasse nel suo orticello non sarebbe meglio?
Purtroppo a Milano la viabilità e la sicurezza per automobilisti, ciclisti e pedoni peggiorerà sempre di più fino a quando il Comune dovrà subire le imposizioni dello stato di roma che è indebitato fino al collo e ha disperato bisogno di soldi/tasse quindi di massimizzare i consumi di carburante e dell’accise/tasse che ne deriva. Pure le piste ciclabili non le fanno per i ciclisti, sai che gli interessa allo stato di uno che si muove senza generare nemmeno un euro di tasse (accise sul carburante) e comprando un mezzo che non costa nulla, la bici, a differenza dell’auto che quando la compri devi anche pagare un mucchio di tasse allo stato, e più l’auto costa, più tasse sono per lo stato. Le piste ciclabili le fanno, paradossalmente, per aumentare il consumo di carburante (accise allo stato) e le fanno in modo da peggiorare la viabilità per tutti (ciclisti compresi): 1) quando fanno la pista ciclabile restringono più del dovuto la carreggiata causando più ingorghi stradali quindi più consumo di carburante 2) quando realizzano la pista ciclabile diminuiscono più del dovuto i parcheggi per le auto quindi uno deve girare mezz’ora per trovare posteggio nel frattempo creando più ingorghi stradali, quindi più consumo di carburante, e anche più multe, e più situazioni di insicurezza (anche per pedoni e ciclisti) 3) questa politica ostile in città ma non fuori città verso l’auto, vuole indurre le famiglie a Milano che se hanno figli hanno bisogno dell’auto, a trasferirsi fuori città, nelle cittadine dell’hinterland, dove puoi parcheggiare dovunque e non c’è una politica ostile all’auto, e poi sei costretto a usare prevalentemente l’auto per muoverti non essendoci mezzi pubblici in quelle cittadine, quindi più consumo di carburante e più tasse allo stato italiano. Anche la riapertura dei Navigli e altre proposte assurde, mirano appunto a bloccare la città per costringere la popolazione a trasferirsi all’esterno e generare più consumi di carburante e accise. Segnalo che in questi giorni in cui il traffico è poco a Milano dal momento che molti sono in vacanza, tutti i semafori sono stati calcolati scientificamente sul rosso, nel senso che quando stai arrivando agli incroci questi sono rossi e quindi è molto raro quando parti da un incrocio trovare quello successivo verde. Inoltre hanno abbassato i tempi semaforici in alcune strade, nel senso che prima in una strada ad alto scorrimento dove il verde era lungo l’hanno ridotto, questo perchè vogliono massimizzare le poche auto in circolazione in modo che si fermino all’incrocio, perchè se ti fermi e poi riparti significa più consumo di carburante quindi più accise/tasse allo stato. All’estero hanno i semafori intelligenti che quando parti da un semaforo e arrivi all’altro questo è verde (la famosa ondata verde), da noi quelli deficienti che sono sempre rossi. Vi ricordate molti anni fa quando avevano annunciato pomposamente che avevano installato i semafori intelligenti a Milano? Avevano omesso di dire: “Così vi freghiamo meglio (perchè ve li mettiamo tutti rossi)!”. Ricordate che comunque in questo il Comune di Milano non c’entra nulla perchè queste sono tutte direttive che arrivano dallo stato di roma, massimizzare i consumi per massimizzare le tasse, tra questi anche le multe infatti Milano è la città più multata d’Italia perchè deve sopperire con le multe a tutte le tasse che lo stato di roma gli frega. Quindi fosse per il Comune di Milano i semafori intelligenti funzionerebbero veramente, quindi il traffico sarebbe più fluido, meno inquinamento, meno arrabbiature, meno tempo perso a cercare parcheggio, meno multe, meno situazioni di insicurezza (anche per pedoni e ciclisti) purtroppo ci dobbiamo sorbire i semafori deficienti a causa di quella zecca dello stato di roma.
I semafori intelligenti sono quelli asserviti al Trasporto Pubblico TPL. Funzionano all’estero, qui son 2 anni che ci provano sul 9 senza effetti. Se fosse data precedenza ad un TPL efficente e non solo “metrò”, ci sarebbero meno auto, meno moto e meno bici. Basti vedere filmati su you tube delle città del Nord. In Olanda le bici riducono il numero delle auto, non sono guidate da chi scappa dal TPL. Quanti anni sono che a Milano non si prolungano o creano tranvie? Intere zone nuove sorgono senza pianificazione tranviaria. A S.Giula il tram promesso non è mai arrivato. In Europa i cilcisti rispettano le regole, attraversano a piedi, quindi prima i ciclisti italiani si adeguino e dato che sono anche automobilisti, probabilmente osserveranno le regole anche in auto.
In Italia manca la volontà di fare quello che si promette. Le parole vincono sempre, ahinoi.