Milano: viabilità dolce (e amara)

di Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione

La modifica della viabilità milanese di Corso Venezia e Corso Buenos Aires, che dovrebbe estendersi verso Piazzale Loreto e oltre in Viale Monza, fino a Sesto San Giovanni, ha ricevuto, dopo lo sconcerto per le ripetute modifiche, quando un traffico aumentato, ma solo al 50%, ha creato ingorghi nel primo tratto modificato in zona piazza Oberdan, con l’innesto in Corso Buenos Aires. Sono seguite ulteriori modifiche, ma il caos intorno alla piazza non si è risolto, al contrario tende a peggiorare con l’aumento del traffico, tra le proteste dei cittadini. La fantasia non si spinge a ipotizzare ciò che avverrà al ritorno alla piena normalità, con tutte le attività ripartite (almeno quelle sopravvissute al disastro economico) e poi la riapertura delle scuole.

A fronte delle molte proteste e dell’evidenza dei fatti, previsti dalle rappresentanze del sistema commerciale, ma inascoltate, qualche pensiero se lo sono fatto quelli che hanno deciso, ovvero i responsabili di questa scelta improvvida, affrettandosi a dichiarare che si tratta di un progetto sperimentale (frase già sentita in passato). Un pentimento? Non credo, semplicemente un tentativo di scuse mal riuscito.

Quando si invocano le esperienze della città del Nord Europa, dove l’uso delle biciclette è grandemente diffuso, non si tiene conto dei decenni di cultura e sperimentazione in quei Paesi.

Chi è stato in quelle città, e io sono tra quelli, non può non ricordare l’ordine e il rispetto del Codice che ivi regna sovrano, così come le infrastrutture di ricovero delle bici, in silos a più piani, a centinaia, dove non si riesce ad immaginare come sia rintracciabile la propria, ma loro ci riescono. Allora prima di avviare un progetto che io definisco demagogico, come quello che si sta attuando, occorreva un minimo di programmazione dei fondamentali e moniti per il rispetto del Codice, anche attraverso le esternazioni quotidiane del nostro Sindaco.

La sicumera ambientalista adottata, ha portato nel cittadino la convinzione che chi usa la bicicletta sia impunito, qualsiasi cosa faccia; solo per citare qualche abitudine consolidata: condurre il mezzo con una mano e il cellulare o l’ombrello nell’altra, la mancanza generalizzata di luci e avvisatori sonori, l’attraversamento sulle strisce pedonali senza scendere dal mezzo, la marcia sul marciapiede e in contromano, la mancata segnalazione della svolta, l’attraversamento con il semaforo rosso, tutti comportamenti che si riscontrano ogni giorno.

E poi si definisce mobilità dolce o lenta, ma vi è una buona parte di ciclisti, chi per lavoro chi per diletto, che pretende di procedere a velocità sostenuta, invadendo la corsia della auto e moto. Alcuni mesi orsono, dialogando con un vigile urbano, gli chiesi perché non venissero mai multati i ciclisti che non rispettano il codice della strada e la sua risposta, emblematica, fu: ma lei mi vuole far finire sui giornali?

Questi sono gli effetti di aver dato mano libera ai ciclisti, che si sentono padroni della strada e protetti, prima di avviare un piano di informazione sugli obblighi del ciclista. Ma venendo al titolo, che può apparire bizzarro, è iniziata una guerra tra utenze deboli, ovvero ciclisti e pedoni, come nella novella Omerica tra le rane ed i topi: i pedoni si sentono accerchiati dallo stuolo di sfrontati ciclisti, su marciapiedi e passaggi pedonali, che sfrecciano zigzagando tra di loro e alle giuste proteste rispondono con un vaffa, quando non con una minaccia, d’altra parte hanno loro insegnato la supremazia e l’impunità del ciclista.

Anche io amo la bicicletta come mezzo di svago e quando ci si muove in piccoli gruppi, attraversando la frontiera ci ricordiamo sempre vicendevolmente: attenzione qui fanno le multe, quindi rispetto del Codice; ma il nostro è il bel Paese.

1 Comments

  1. gabriele says:

    Assolutamente d’accordo. La mobilità in città presenta qualche vecchio problema che non può essere risolto “pitturando” delle piste ciclabili perchè credo che i problemi siano fondamentalmente 2 e di altra natura.
    Il primo grande problema è che abbiamo un SIndaco che ama apparire, farsi fotografare e che fa di tutto per stare nelle grazie dei soliti benpensanti, dei “verdi” (come se agli altri non piacesse respirare aria pura), con provvedimenti che non tengono conto che la maggior parte della gente non abita e lavora in centro e pertanto l’uso della macchina diventa un obbligo. Se il Sindaco fosse veramente attento alla mobilità e quindi al problema dell’inquinamento dell’aria di Milano, di cui si è autoproclamato salvatore, avrebbe potuto spendere i soldi buttati nell’Area B per contribuire alla sostituzione delle caldaie a cherosene che sono ancora in uso nell’80% delle abitazioni nel centro di Milano. Infine potrebbe adoperarsi per far si che i cantieri in città non durino mesi, quando non sono anni, (vedi Via Niccolini che doveva essere riaperta nel 2016) evitando ingorghi e inquinamento.

    Il secondo grande grande problema che impatta con la mobilità in città è la totale assenza dei “Vigili Urbani” per strada per cui i ciclisti fanno quello che vogliono, gli scooteristi ritengono di non dover rispettare il codice della strada e quindi attraversano sulle strisce pedonali, saltano le file passando sui marciapiedi usano il cellulare e tagliano la strada a tutti, anche tra di loro. Credo che se per strada ci fossero i Vigili e facessero il mestiere che in passato hanno sempre fatto, non si parlerebbe di inasprire le pene per chi guida col cellulare in mano e ancora senza le cinture di sicurezza allacciate, non assisteremmo a posteggi che intralciano la viabilità e ne guadagnerebbe anche il senso civico che è ridotto ai minimi termini, però io che da 20 anni attraverso tutta la città, dal Monumentale al Corvetto, avanti e indietro, non ho mai visto un Vigile dare una multa a chi guida parlando, o peggio, scrivendo messaggi col cellulare stando in mezzo alla strada o impiantato a un semaforo che è nel frattempo è diventato verde e anche questo non aiuta la mobilità,

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