Milano: la scelta sbagliata della ciclabile in viale Monza

Gabriel Meghnagi, presidente della rete associativa vie di Confcommercio Milano

Milano deve affrontare in sicurezza una ripresa difficile anche dal punto di vista della mobilità e nessuno demonizza per principio le piste ciclabili che, però, vanno fatte con criterio. Stiamo effettuando una ricognizione presso i nostri operatori e finora l’ampia maggioranza – l’80% – esprime forti dubbi sulla pista ciclabile lungo viale Monza. Da e per Sesto San Giovanni occorreva un percorso alternativo, certamente meno congestionato per traffico, semafori e incroci, come, ad esempio, la direttrice via Breda (parallela a viale Monza), Greco, Sammartini.

La scelta di viale Monza è sbagliata non soltanto per il tracciato, ma per la soluzione adottata ed i problemi che, conseguentemente, si creeranno. C’è un problema di sicurezza: il passaggio delle biciclette tra la colonna di autoveicoli in sosta e le auto in transito espone ad elevati rischi i ciclisti. C’è un problema di congestionamento: la riduzione in viale Monza delle corsie da due a una comporta un drastico peggioramento dei tempi di percorrenza delle auto con una ricaduta negativa anche dal punto di vista ambientale. E c’è un problema parcheggi che impatta non solo sui residenti, ma anche sulle attività commerciali. La sosta in linea con la riduzione dei posti auto disponibili disincentiva infatti chi, per acquisti, vorrebbe fermarsi in viale Monza e complica le operazioni di consegne/carico-scarico delle merci. Peggiorando le condizioni di approvvigionamento aumenteranno i costi.

Noi non siamo contro la mobilità sostenibile e lo ha dimostrato, ad esempio, la condivisione delle scelte di velocità ridotta in diverse vie con l’espansione dei tavolini all’aperto. Ma sulla pista ciclabile di viale Monza si ripetono gli errori di corso Buenos Aires. Quella di viale Monza è una pista ciclabile sbagliata innanzitutto nel merito perché non si possono tracciare delle righe sull’asfalto senza tener conto del contesto e senza valutarne le conseguenze. Ma è sbagliata, come è già successo per corso Buenos Aires complice l’emergenza Covid-19, anche nel metodo: senza confronto e condivisione.

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