Milano: Granelli, mezzi pubblici e pandemia
di Alessandro Ascione, giornalista automotive
Altra ondata di monopattini elettrici a Milano. Siamo a 6.000. Arriva il noleggio di Lime Technology. Esulta l’assessore alla Mobilità, Marco Granelli. Dice che l’obiettivo è mettere a disposizione della città, in tempo per la ripresa autunnale, il massimo delle opportunità di mobilità sostenibile, a partire dal trasporto pubblico. Chiede ai cittadini di utilizzare al massimo i mezzi pubblici. Perché? Vuole che tutti possano muoversi in sicurezza, senza che la città venga bloccata dal traffico.
Due sono dunque gli appelli per la ripartenza da parte di Granelli. Uno: utilizzare il meno possibile l’auto privata e il più possibile i mezzi pubblici e le due ruote, di proprietà o in condivisione. Due: rispettare tutti e sempre il Codice della Strada, qualsiasi sia il mezzo scelto.
Non solo. Granelli immagina. Cosa immagina? Che il 50% di chi utilizzava i mezzi (700.000 persone) decida di utilizzare l’auto privata: sarebbe un danno per tutti. Cittadini, imprese e ambiente, sostiene.
Sarà come dice Granelli. Ma l’auto privata è l’unica vera salvezza anti-Covid in pandemia. Un guscio protettivo straordinario. Contro un secondo lockdown che ammazzerebbe l’Italia e la stessa Milano. I mezzi pubblici sono pericolosissimi in ottica Covid: lo sputo, la saliva, le goccioline. Tutto si trasmette facilmente. E poi gli appositi sostegni sporchi di saliva. Uno li tocca, poi si porta la mano alla bocca, e c’è l’infezione. E ancora: starnuti, tosse. Quei 700.000 utenti respireranno ognuno il respiro altrui. Che gusto, che passione. Un rischio elevatissimo, vista anche la velocità del contagio.
Sentiamo un attimo il ministero della Salute. Raccomandazioni per tutti gli utenti dei servizi di trasporto pubblico: non usare il trasporto pubblico se hai sintomi di infezioni respiratorie acute (febbre, tosse, raffreddore); aAcquistare, ove possibile, i biglietti in formato elettronico, on line o tramite app; seguire la segnaletica e i percorsi indicati all’interno delle stazioni o alle fermate mantenendo sempre la distanza di almeno un metro dalle altre persone; utilizzare le porte di accesso ai mezzi indicate per la salita e la discesa, rispettando sempre la distanza interpersonale di sicurezza di un metro; sedersi solo nei posti consentiti mantenendo il distanziamento dagli altri occupanti. E ancora: evitare di avvicinarsi o di chiedere informazioni al conducente; nel corso del viaggio, igienizzare frequentemente le mani ed evitare di toccarsi il viso; indossare necessariamente una mascherina, anche di stoffa, per la protezione del naso e della bocca.
E allora, perché quelle raccomandazioni del ministero? Ci affidiamo alle parole di Marco Grasso, primario dell’Ospedale San Gerardo di Monza e docente a contratto dell’Università di Milano Bicocca: sono fondati i timori per il sovraffollamento dei mezzi pubblici alla ripresa, a settembre, delle scuole e degli uffici. C’è il conseguente rischio di un diffondersi della pandemia da Covid. Manca nelle grandi città italiane una politica seria per rendere sicuri i trasporti locali.
Oggi siamo tutti virologi. Ma se gli esperti, se la scienza, dicono di stare alla larga dai mezzi pubblici, sarà il caso che la politica lasci perdere le proprie ideologie e l’ossessionante ricerca del consenso elettorale. La crociata politica contro le auto potrà tranquillamente proseguire, con tutto il teatrino appresso, dopo che ci saremo sbarazzati del coronavirus una volta per tutte.
Stendo infine un velo pietoso sui 6.000 monopattini elettrici. Odiosi aggeggi che stanno portando solo guai: incidenti a profusione, sicurezza stradale che peggiora. Specie perché usati malissimo dagli adolescenti. Milano è una giungla dove i monopattinisti sono gli utenti più aggressivi della città. Utenti in teoria deboli, che diventano molto aggressivi contro ciclisti e pedoni: bulletti in monopattino. Totalmente fuori controllo. Alla faccia della mobilità dolce e pulita.