Foto: Da sinistra, il presidente Massimiliano Di Silvestre, Elisabetta Sgarbi e il direttore della comunicazione di Bmw Group Italia, Roberto Olivi

Milanesiana 2020: ecco la scultura viaggiante di Bmw

di Roberta Pasero
Ritorno al futuro. Al 1975. A una scultura viaggiante firmata da uno dei più celebri artisti di sempre, Alexander Calder, opera prima di una collezione altrettanto unica, Bmw Art Car. Rosso, giallo, bianco, azzurro per delineare le forme geometriche del mitico coupé tedesco. Sono i colori accesi di Bmw 3.0 CSL, motore sei cilindri da 430 cavalli e 270 km/h di velocità, ospite d’onore all’Urban Store di Bmw a Milano per la Milanesiana, rassegna di tutto quanto fa cultura, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, che quest’anno è proprio dedicata ai colori, declinati in tutte le sfumature: letteratura, musica, cinema, scienza, arte, filosofia, teatro, diritto, economia. E che per il quinto anno ha come partner SpecialMente, il progetto di Corporate Social Responsability di Bmw Italia.

Peró l’opera dello scultore americano non è certo soltanto un pezzo da museo. Perché ha una sua storia che parla di passione e di motori, di arte e di sfide. “Un capolavoro bello da ammirare e da raccontare”, dice Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore delegato di Bmw Group Italia. “Il progetto nacque in anni di forti contrasti e contraddizioni: nel 1973 il mondo affrontava la crisi petrolifera e nel 1976 veniva lanciato il jet supersonico Concorde. Hervé Poulain che era un pilota, ma anche un battitore d’asta e un appassionato d’arte, aveva un sogno, quello di partecipare alla 24 Ore di Le Mans. “Sono i giochi olimpici delle competizioni automobilistiche”, li definiva. Per farlo gli serviva un team ufficiale che credesse nell’impresa. E lo trovò quasi subito in Bmw Motorsport”.
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Ma Poulain era un tipo visionario. E decise di far personalizzare la livrea della sua auto da un amico molto particolare, Alexander Calder, il maestro dell’arte cinetica che allora aveva 77 anni e che accettó con entusiasmo di trasformare l’auto in un’opera a colori in movimento, in un esempio di performance art.  “Comunque vada, la mia gara sarà davvero unica e io non passeró inosservato”, pensó, sorvolando sul fatto che l’opera d’arte partecipando ad una competizione come la 24 Ore di Le Mans potesse anche venire distrutta.
“Non venne distrutta per fortuna, anche se si narra che quando Poulain prese il via della competizione, Alexander Calder gli disse: “Hervé vinci, ma guida con attenzione!”, ricorda Di Silvestre. “Per la cronaca la vettura finì la gara dopo sette ore per un problema a un semiasse, quando era al quinto posto in classifica e stava dominando la sua categoria. Ma il successo mediatico dell’iniziativa fu straordinario e tutti alla fine dalla gara parlavano più dell’auto di Calder che del risultato sportivo. Da allora possiamo dire che le Bmw Art Car di strada ne hanno fatta parecchia con una collezione che conta capolavori realizzati da 19 artisti provenienti da tutto il mondo, da Frank Stella a Roy Lichtenstein, da Andy Warhol a Robert Rauschenberg, da Sandro Chia a Olafur Eliasson, da Jeff Koons a Cao Fei, sulla base delle automobili Bmw del momento. Alcune sono esposte nel museo BMW di Monaco, altre viaggiano in tutto il mondo per partecipare a mostre in Asia, Europa e North America. E qui a Milano, per Milanesiana ogni anno ne esponiamo una per poter ammirare un anno dopo l’altro, queste opere straordinarie dal vivo”.

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