di Pier Luigi del Viscovo, direttore di Fleet & Mobility
Il mercato dell’auto andrebbe aiutato perché in profonda crisi, come riportano anche autorevoli commentatori? Vediamo. È vero, nel 2021 si sono immatricolate meno di 1,5 milioni di auto. Poco in assoluto e pochissimo dopo che il Covid-19 l’aveva fatte crollare a 1,4 milioni. Il rimbalzo atteso c’è stato, ma le fabbriche hanno gestito male la catena di fornitura, rendendo impossibile soddisfare la domanda e gonfiando il portafoglio.
Questa congiuntura ha ribaltato gli equilibri tra domanda e offerta. Dalla pressione sui prezzi e sugli sconti per sfornare quante più macchine possibile, i costruttori si sono ritrovati la fila fuori di chi voleva acquistare auto che non c’erano. Cosa aspettarci nel 2022?
Si prevedono 1,5 milioni di targhe. Premesso che chi ha in mente un mercato da 1,9/2 milioni sta guardando un film in bianco e nero, una domanda intorno a 1,7 pare fisiologica. Allora, perché continuare a produrre col contagocce? Caduta la foglia di fico dei microchip, resta la verità, più o meno gradevole: i costruttori non possono produrre ciò che si vende, ma solo ciò che mantiene il mix della CO2 sotto la soglia delle i costruttori multe.