Mercato Italia: ok i bonus, ma è solo un primo passo
di Gianmarco Giorda, direttore di Anfia Tra l’ultima settimana di aprile e la prima di maggio, la quasi totalità delle attività produttive della filiera automotive italiana è ripartita dopo la chiusura imposta dalle misure anti Covid-19 – almeno per chi non appartenesse alla filiera dei servizi ritenuti essenziali . seppur a ritmi molto rallentati, pagando le conseguenze delle interruzioni delle catene di fornitura e di una domanda in crisi per tutti i comparti. I livelli produttivi di maggio risultano quindi ancora in forte ribasso a confronto con lo stesso mese dello scorso anno.
In Italia, nel primo semestre 2020 il mercato auto si è quasi dimezzato a confronto con lo stesso periodo del 2019, con appena 584.000 immatricolazioni (-46%), mentre le vendite di veicoli commerciali leggeri sono ammontate a 61.600 unità (-36%). Stando ai dati delle Associazioni nazionali dell’automotive, anche per gli altri maggiori Paesi europei il primo semestre presenta un mercato auto in flessione a doppia cifra: -48,5% in Uk, -51% in Spagna, -39% in Francia – l’unico tra i major market a riconquistare il segno positivo a giugno (+1,2%) – e -34,5% in Germania.
I veicoli commerciali leggeri vedono una contrazione del 38% nel mercato Ue allargato a Efta e Uk. Non a caso, l’indice della produzione di autoveicoli, non più azzerato come nel mese precedente, è comunque più che dimezzato a maggio (-50,8%) e chiude il progressivo da inizio anno a -44,4%, e piuttosto pesanti sono anche i ribassi di quello relativo alla produzione di componenti – del 47,7% nel mese e del 36,7% nel cumulato – e agli ordinativi di questo specifico comparto, con un decremento addirittura del 76,9% nel mese di aprile.
Dopo un lungo dialogo con parlamentari e rappresentanti del Governo, uno schema di incentivazione all’acquisto delle nuove vetture Euro 6 con emissioni di CO2 da 61 to 110 g/km, includendo premi di rottamazione, è stato approvato qualche giorno fa dalla Camera dei Deputati e attende ora il benestare del Senato. Anche gli incentivi per le vetture elettrificate già in vigore sono stati incrementati. Queste misure rappresentano solo il primo passo di un piano di politica industriale di lungo periodo che dovrebbe essere definito con urgenza, in modo da essere pronto in autunno, e che aiuti la filiera nella transizione verso i nuovi paradigmi tecnologici, con un supporto agli investimenti produttivi, in R&D e capitale umano che rischiano di rallentare. Su questo, l’Italia è in ritardo rispetto ai competitor europei.