di Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae
L’Italia resta l’unico tra i cinque Paesi a non aver finora previsto per il 2022 sostegni alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni. Per aiutare l’ambiente, anche rinnovando il parco circolante, e per sostenere consumatori e aziende nel passaggio alla nuova mobilità, sono necessari incentivi almeno triennali, eventualmente con importi a scalare, per le vetture fino a 60 g/km di CO2.
Parallelamente, è fondamentale prevedere una capillare infrastrutturazione del Paese, anche con punti di ricarica ad alta potenza, tramite un cronoprogramma dettagliato per l’investimento dei fondi stanziati con il PNRR. Allo stesso tempo ormai non è più rinviabile una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare per le auto aziendali a bassissime emissioni, a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi europei.
Riteniamo quindi necessario, innanzitutto, che il Governo italiano non presenti alla Commissione Europea l’ennesima domanda di proroga per la deroga al diritto comunitario sulla detraibilità dell’Iva, visto l’approssimarsi della scadenza del 1° aprile.