Mercato europeo: solo in Italia il fisco rema contro le auto aziendali
di Andrea Cardinali*
La domanda di autovetture nei principali mercati europei è debole nella componente dei privati e sostenuta solo dagli acquisti di auto aziendali, che li rende maggiormente resilienti ai molteplici “scossoni” cui sono sempre più spesso soggetti.
D’altra parte, con un trattamento fiscale decisamente più favorevole alle auto aziendali rispetto all’Italia in quegli stessi mercati la quota di autovetture acquistate dalle società, compresa tra il 54% e il 65% nel 2019, è più alta che in Italia (al 43%),favorendo un più rapido rinnovo del parco circolante che ha quindi un’anzianità media anche di 3 anni inferiore rispetto al nostro Paese.
Ribadiamo quindi la nostra più ferma contrarietà a qualunque proposta di aumento della tassazione sulle auto aziendali in uso promiscuo, che colpirebbe il segmento più dinamico del mercato auto, non solo rallentando lo svecchiamento del parco, con un impatto negativo sia sull’ambiente sia sulla sicurezza dei cittadini, ma risultando del tutto inefficace, anzi addirittura controproducente dal punto di vista del gettito fiscale: lo dimostra una rigorosa analisi di impatto elaborata dal nostro Centro Studi e già in possesso delle Istituzioni.
*Direttore generale di Unrae
solo in Italia ci sono i collaborazionisti