di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto
Dopo il grande passo in avanti fatto dal Governo il mese scorso, attraverso la definizione di una strategia pluriennale per accompagnare il settore automobilistico nella sfida della transizione ecologica, estesa fino al 2030 e fondata sulla neutralità tecnologica, inclusiva anche di una politica degli incentivi per l’acquisto di veicoli non inquinanti, purtroppo il ritardo nella pubblicazione del DPCM con i criteri e la ripartizione delle risorse stanziate ha decretato la nona caduta consecutiva, a doppia cifra, del mercato auto.
Infatti, il gap temporale tra l’effetto annuncio di febbraio e l’incertezza sull’entrata in vigore dei nuovi incentivi sta impattando sulla domanda – già ridimensionata per effetto della pandemia, delle tensioni a monte delle catene di approvvigionamento e dell’impennata inflazionistica – riducendo fortemente la conclusione dei contratti di vendita.
Ora, dopo le dichiarazioni al termine del Consiglio dei Ministri di giovedì 31 marzo, secondo cui il DPCM incentivi vedrà la luce nei prossimi giorni, auspichiamo una rapidissima messa in linea della piattaforma digitale, gestita da Invitalia, per effettuare la prenotazione dei nuovi contributi e consentire un’agevole gestione dei contratti di vendita, sperando in un recupero delle vendite perse tra gennaio e marzo (circa 109.000 pezzi), sebbene la riduzione dei ‘price cap’ (rispetto a quelli in vigore con gli ecobonus riconosciuti fino al 31 dicembre 2021) ridurrà, di fatto, le scelte green agevolate a disposizione della clientela e di conseguenza il ritmo di diffusione delle tecnologie a zero e basse emissioni nel canale privati.
Infine, considerando l’esclusione delle società tra i beneficiari degli acquisti con incentivi (salvo il car sharing), riteniamo fondamentale avviare un confronto istituzionale per poter adeguare il penalizzante trattamento fiscale sulle auto aziendali applicato in Italia a quello maggiormente competitivo dei principali mercati europei. Crediamo che un alleggerimento fiscale, ispirato ad una logica green in misura delle emissioni di CO2 del veicolo, possa contribuire più velocemente all’immissione sul mercato del nuovo ma anche dell’usato di motorizzazioni a zero e basso impatto ambientale e al ringiovanimento del parco circolante auto, che ha un’età media di 11,8 anni ed è costituito per il 26% da vetture ante Euro 4.