Mancini (Jaguar Land Rover): “Ecco Miataland, in onore a Mazda MX-5”  

di Roberta Pasero

Gli Stati Uniti hanno Graceland, l’Italia, invece, ha Miataland. Là a Memphis tutto ruota attorno a Elvis Presley, qui a Piedicolle, sulle colline umbre di Collazzone, a pochi chilometri da Todi, il mondo gira attorno a Mazda MX-5. Merito di Andrea Mancini. Che ha una vita premium: in quella reale è direttore vendite e marketing di Jaguar Land Rover Financial Services Italia, in quella parallela è il più grande e appassionato collezionista al mondo di Miata, così gli addict chiamano la spider roadster giapponese Mazda, la più venduta al mondo con oltre 1 milione e mezzo esemplari dal 1989 alla quarta generazione di oggi.
Un colpo di fulmine trasformato in passione.
“La vidi la prima volta alla fiera di Roma nel 1990. Era una NA color Mariner Blue, ricordo ancora il prezzo, costava 30 milioni e 300mila lire. Ma andavo all’università e non potevo permettermela. Così per anni mi accontentavo di vederla nella vetrina della concessionaria. La ammiravo e la sognavo. Fino al 1998 quando riuscii ad acquistare di seconda mano una MX-NA usata, prima serie, una 1.6, 90 cv, nera, con i fari a scomparsa e la capote beige, che ho venduto per acquistare un’altra MX-5, questa volta nuova. Non ho mai smesso di pentirmi di essermene liberato”.
E da quell’errore è nata una collezione unica. Una, dieci, trenta, quarantanove pezzi, con il soft top o l’hard top: da allora le ha soltanto acquistate usate in giro per il mondo e mai più vendute. Quali sono le limited edition del suo cuore?
“Ogni Miata ha la sua storia. Come la Yamamoto Signature costruita in 4 esemplari o la M2 del 1992 rifinita a mano, una di solo 300 esemplari. Ma anche come la NB18 edizione Miracle o la NC Open Race da 190 CV. I primi anni, la sera, prima di addormentarmi, mi dicevo: quanto sarebbe bello avere la Merlot con i cerchi BBS da 15” oppure come mi piacerebbe guidare la M Edition americana del 1997 Montego Blue”.

Un giro del mondo in quarantanove MX-5.

“Alcune le ho importate anche dal Giappone facendole transitare dalla Gran Bretagna per questioni di immatricolazione, altre direttamente dagli Stati Uniti, altre ancora le vado a prendere io in giro per l’Europa, cercando di riportarle poi tutte nella condizione migliore originale per carrozzeria e motore”.
A un certo punto è stato difficile parcheggiarle tutte in un garage o in giardino e, quindi, lei ha deciso di creare un vero reame su misura per loro, trasformando un casale del Settecento in una country house MX-5centrica e aperta ai “miatisti” di tutto il mondo.
“Questi pezzi avevano bisogno di uno scenario adeguato e anche di continuare a restare vive. Volevo che fossero auto da guidare, non pezzi da museo. Ed è nata Miataland in un contesto paesaggistico bellissimo che invita alla guida openair. Qui tutto è a tema: i miatisti possono scegliere tra suite con i colori delle serie limitate e dove i sedili originali delle auto sono trasformati in poltrone e i fari a scomparsa in abat jour”.
Soprattutto qui le Mazda MX-5 non si ammirano soltanto, ma si possono anche guidare.
“Anche chi non l’ha mai avuta può mettersi al volante di un pezzo della mia collezione per rivivere la storia di un mito. Per esempio, può guidare una NA 1.6 da 90 cv color sunburst yellow del 1995 che è un po’ un’antenata delle MX-5 di ultimissima generazione. E la sera condividere le emozioni con gli altri appassionati miatisti, uniti dal medesimo family feeling”.

Ma che cos’ha MX-5 che le altre roadster non hanno?

“E’ un’auto sportiva non estrema,che, a differenza delle altre, crea emozioni anche andando a basse velocità. E poi ha prontezza dello sterzo, manovrabilità del cambio, leggerezza nella frenata e nell’ inserimento in curva. È semplicemente perfetta, ti fa sentire tutt’uno con l’auto, come inserito in un’altra dimensione. E ti regala sensazioni che ti fanno sentire bene interiormente”.

Insomma, è meglio dello psicanalista.

“Sì, guidare una Mazda MX-5 è una sorta di medicina. Guidarla regala il sorriso. Sarà anche per la respirazione e l’ossigenazione che regala la guida a cielo aperto, ma si è così connessi con il mondo esterno tanto da sentire profumi e sensazioni dimenticate. E ci si concentra talmente sulle emozioni che guidando questa spider il cervello non ha né spazio né tempo per i brutti pensieri”.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *