L’Unrae by Crisci ha le idee giuste
L’arrivo di Michele Crisci alla presidenza di Unrae, poco più di un anno fa, ha dato un importante svolta al modo di agire dell’associazione che raggruppa tutta gli importatori di auto in Italia, circa il 30% del mercato. Innanzitutto, ha riportato la coesione tra le aziende associate. E non è cosa da poco, soprattutto quando si sta per affrontare una vera battaglia con i fatti e non con le sole parole. Il piano d’azione che Crisci ha presentato alla stampa, all’interno del recente Dealer Day di Verona, è animato da tanta concretezza e non sono poche le novità strategiche, tra cui quella di incontrare periodicamente le istituzioni per spiegare loro che con la demagogia e la disinformazione sulla mobilità a motore si fanno solo danni all’economia e anche (è proprio così) all’ambiente.
Stop ai sindaci improvvisatori
Dare addosso al diesel per partito preso e, soprattutto, per compensare i gravi ritardi nell’attuale un serio piano sulla mobilità, non è altro che un segnale di incapacità, mancanza di iniziativa e debolezza da parte delle istituzioni.
In questo senso, la Cabina di regia vista da Crisci (lo scopo è quello di creare un tavolo di lavoro permanente tra le diverse realtà e gli organismi centrali, capace di affrontare senza pregiudizi la trasformazione che il mondo dell’auto sta avendo) può essere la chiave di volta per una visione nuova e più razionale della mobilità.
Una domanda è d’obbligo: perché negli ultimi anni non si è pensato a sensibilizzare nei fatti le istituzioni, come sta per fare Crisci? Solo se il settore riuscirà a impossessarsi del tema mobilità, spiegando e difendendo con azioni visibili le proprie ragioni, non vedremo più blocchi insensati della circolazione anche dei veicoli di ultimissima generazione.
Uniti si è più forti
Importate è anche la volontà di questa Unrae di rafforzare il dialogo con le altre associazioni della filiera e la stessa Fiat Chrysler Automobiles. Il tema mobilità e l’assurda guerra al diesel, senza sapere che i motori moderni sono fondamentali per l’abbattimento dell’anidride carbonica (come è stato ribadito a Verona) devono diventare un problema nazionale e non più lasciato nelle mani di amministratori le cui decisioni “green” sono sempre a senso unico e scontate, anche se non portano – come provato – a reali benefici.
L’esempio tedesco
Si guardi a quanto sta accadendo in questi giorni in Germania, dove l’associazione dell’industria automobilistica (Vda) ha sollevato, con clamore, il problema della legittimità dei divieti alla circolazione di auto diesel presi a livello locale. “Il dato è che ci sono abbastanza divieti locali – ha sottolineato il capo
della Vda, Bernhard Mattes – mentre non c’è un divieto nazionale”. Insomma, è tempo di alzare sia la voce sia il tiro. Crisci e la “sua” Unrae lo hanno capito.