L’Ue regge bene alla “demonizzazione del diesel”

di Gian Primo Quagliano*

Nel complesso il mercato europeo dell’auto gode di buona salute e sta assorbendo senza eccessivi contraccolpi gli effetti della messa in stato d’accusa del diesel anche per interessi diversi da quelli dell’ecologia. Gli automobilisti si stanno rivelando più saggi dei governanti nazionali e locali e gestiscono la pretesa “emergenza diesel” con acutezza.

Il tasso di sviluppo delle vendite nel semestre non è elevato, ma non è certo trascurabile, se si considera il fatto che la “demonizzazione del diesel” sta avendo effetti particolarmente rilevanti in Germania. Nel primo semestre dell’anno le vetture con questo tipo di alimentazione hanno infatti fatto registrare un calo del 20%, più che compensato da acquisti di altri tipi di auto.

L’Italia, infine, con un calo del 7,3% in giugno e dell’1,4% nel primo semestre, sta vivendo una fase di consolidamento dopo tre anni di crescita sostenuta e in vista di un nuovo balzo verso i livelli ante-crisi atteso per il 2019.

*Presidente del Centro studi Promotor

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