Luca, la 500L e l’elogio alla semplicità
Luca ha 6 anni, i capelli corvini a spazzola, gli occhi vispi e un sorrisino tutta simpatia. È il «mini» testimonial della nuova gamma Fiat 500L. La Casa di Torino lo ha selezionato proprio per quel suo fare da ometto del giorno d’oggi: sveglio, curioso, proiettato al futuro e anche tecnologico, forse più di mamma e papà. Capace, cioè, di comprendere al volo cosa offrono le nuove tecnologie, soprattutto quelle che animano le automobili di ultima generazione. Luca, in uno degli spot che vanno in onda in questi giorni sulle principali reti televisive, lancia anche un messaggio chiaro, rivolto non solo ai possibili acquirenti della nuova 500L, ma soprattutto ai costruttori: quello dell’elogio alla semplicità di utilizzo dei sistemi hi-tech, sia di intrattenimento sia preposti alla connettività.
Troppe complessità
In un momento nel quale la maggior parte delle automobili presentano una console che può fare a gara con quella di un aereo, tanta è la complessità (spesso risulta difficoltoso anche impostare il navigatore o addirittura far funzionare la radio), ecco il bambino, nella sua normalità, entrare a suo modo in uno dei temi più discussi. Perché complessità vuol dire distrazione, oltre a perdita di tempo. E poi, come abilmente proposto da Fiat, a fare la differenza, come in questo caso, è la voce dell’innocenza. Quella di un bambino come tanti altri, che strappa applausi e risate di chi ha assistito all’anteprima degli spot, in quanto pronto alla ripicca («…e guai se non lo fate!…») se non gli si dà retta. Ma che induce alla riflessione: già, la distrazione.
Tra un sorrisetto a l’altro
Olivier François, capo globale del marchio Fiat e stratega della pubblicità, ha visto giusto: il piccolo Luca, tra un sorrisetto e l’altro, di messaggi pro 500L, ma soprattutto comprensibili ai più, anche a chi si definisce lontano dalle tecnologie e dalla connettività, ne fa filtrare. Il cane in auto, la frenata automatica d’emergenza, lo spazio, la possibilità di ospitare amichetti e amichette a bordo («… ma non quelli della 1ª B!»). E, infine, la battuta più divertente: «Ma non si può avere una vita senza lavorare?». Ha già capito tutto il piccolo Luca.