Lotta allo smog: e chiudiamole queste benedette porte dei negozi…
di Carlo Monguzzi*
L’emergenza smog ci dice che le misure finora prese non bastano e che bisogna renderle più efficaci, e questo tutto l’anno e non solo quando si è in emergenza. Una di queste misure è la chiusura delle porte dei negozi.
Quello che chiedono i commercianti è di tenere le porte aperte, ma utilizzando le lame d’aria (che sono quei soffioni caldi che sentiamo all’ingresso di alcuni negozi).
Ciò, purtroppo, è sbagliatissimo, perché un negozio con le porte aperte spreca mettiamo 100 di energia in più di quella che avrebbe con le porte chiuse, con le lame d’aria ne sprecherebbe 60. Quindi ,si tratterebbe di attenuare l’aumento dello spreco (spreco = CO2 = pm10), non di azzerare i consumi di energia e tanti meno di diminuirli.
Noi dobbiamo fare l’esatto contrario, dobbiamo entro il 2030 diminuire la produzione di CO2 del 50% e da subito diminuire il pm10. Attenuare gli aumenti è assolutamente contro gli impegni dell’Accordo di Parigi. Quindi, serve un provvedimento urgente del Comune che (come ha fatto il sindaco di Vicenza) dica ai negozianti di tenere le porte chiuse, se tutti terranno le porte chiuse non ci saranno problemi di concorrenza.
I negozianti ci dicono che con le porte chiuse gli acquisti diminuerebbero del 30%, mi sembra poco verosimile, e comunque anche loro dovrebbero fare la loro parte. Perché permettere l’aumento dell’inquinamento per consentire ai commercianti di guadagnare di più, è una cosa assolutamente priva di senso civico. L’Emergenza climatica e l’emergenza smog sono dati reali, servono provvedimenti seri.
*Presidente della Commissione Mobilità, Ambiente, Verde del Comune di Milano