L’opzione della mobilità a tutto gas
Prima con Fca, ora con Seat: Snam stringe accordi strategici con i costruttori allo scopo di promuovere l’utilizzo di gas naturale e biometano, oltre a progetti di ricerca e sviluppo per la mobilità sostenibile. «Nessuna guerra all’elettrico», tiene a precisare l’ad di Snam, Marco Alverà, ma la presa d’atto che, allo stato dell’arte, la tecnologia dei motori a gas, sicuramente green, è già disponibile e, in Italia, molto apprezzata. Senza contare l’importanza del biometano, derivato da scarti e rifiuti. E sempre il gas naturale rappresenta una delle basi più facili per ricavare idrogeno, ormai identificato come l’alimentazione del futuro.
Economico, con 14 euro si fa il pieno, ed ecosostenibile, di gas si parla con maggiore convinzione alla vigilia delle decisioni del Parlamento Ue che porteranno, nei prossimi anni, a un’ulteriore stretta alle emissioni. Per Bruxelles la soluzione ai problemi causati da CO2 e agenti inquinanti sembra essere, per lo più, l’opzione elettrica. Una realtà che, però, sia per le auto sia per i camion, presenta ancora non pochi problemi da risolvere, tra batterie, punti di ricarica e, a monte, la produzione «pulita» di energia.
Ma per far decollare l’alimentazione a gas occorre che le istituzioni facilitino questa scelta, da parte dei consumatori, attraverso un piano di agevolazioni. E Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, sembra essere tra i pochi politici ad aver capito l’importanza di dover sostenere il rinnovo del parco circolante, composto da milioni di veicoli inquinanti e non sicuri. Chiaro e ficcante il messaggio che Fontana ha lanciato ai colleghi amministratori e anche al premier Giuseppe Conte, intervenuto al Partners’ Day 2018 organizzato da Snam a Milano.
«Accanto ai divieti – ha puntualizzato il presidente della Lombardia – ci vogliono incentivi. E al governo chiedo di realizzare un tavolo con tutti i soggetti del Bacino padano interessati, per favorire la sostituzione degli automezzi inquinanti, ma anche di guardare ai vecchi impianti di riscaldamento e agli scarichi provenienti dalle attività industriali». Vediamo se l’appello sarà accolto. E Conte? Non ha risposto.