ll “meccatronico” per l’officina 4.0
Chi è l’attore che maggiormente popola la filiera automotive? Per Federmotorizzazione è il meccanico. Insieme a Confcommercio Mobilità, la Federazione Nazionale Commercianti della Motorizzazione presieduta da Simonpaolo Buongiardino ha, di recente, calato la lente analitica sulle aziende automotive operanti su scala nazionale. Ne è uscito fuori un interessante spaccato analitico che fotografa con oculatezza il settore. Circa 130mila, le imprese in Italia dedite al commercio automotive. Per l’80 per cento si tratta di riparatori e altro, mentre il 20 per cento è rappresentato da rivenditori che in termini di fatturato valgono però l’83 per cento del comparto. I rivenditori sono 25.154 (di questi oltre 21mila vendono autovetture, i restanti moto e ciclomotori), mentre i riparatori superano le 104mila unità (79mila le officine). Un dato che conferma ulteriormente il peso importante che l’autoriparazione ha e riveste nel nostro aftermarket automobilistico. Gli ultimi dati dell’Osservatorio Autopromotec sono alquanto eloquenti per quanto riguarda la diffusione territoriale: 83.460 officine che servono 37.063.708 autoveicoli con un rapporto di 444 veicoli per ogni meccanico. Oggi il mercato dell’autoriparazione, disciplinato dal Regolamento CE 1400/2002 (oggi Regolamento UE n. 461/2010 in vigore ad ora fino al 2023) conosciuto anche come “Decreto Monti” o legge Ber, è sempre più alla prese con la sfida della digitalizzazione che richiede e necessita interventi di manutenzione e riparazione sempre più complessi visto il coefficiente di innovazione di cui si dota l’auto. Il meccanico e l’elettrauto si trasformano, dunque, in “meccatronico”. E l’officina del futuro crea un dialogo sempre più stretto con la vettura, intervenendo prima del guasto. Così è servita la manutenzione predittiva.
Stefano Belfiore