L’Italia e la “formula Salone”

Da molti anni in Italia manca un grande salone dedicato all’auto anche se tuttora l’ufficio europeo che si occupa delle rassegne motoristiche (Oica) ci accredita un evento biennale con la patente di “internazionale”, riconoscimento attribuito normalmente al Motor Show di Bologna dopo la scomparsa del Salone di Torino. Negli ultimi anni la crisi ha picchiato duro, ma il 2016 si è concluso con il ritorno proprio del Motor Show nei quartieri della Fiera del capoluogo felsineo dove sono stati registrati oltre 220mila visitatori, un risultato che ha dimostrato che se le cose si fanno bene la passione per i motori muove ancora gli italiani. Tutto il 2016, del resto, ha salutato positivamente altre manifestazioni che si sono svolte con grande successo, come l’Eicma, l’Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo che ha visto crescere di quasi il 10% il numero dei visitatori affluiti alla Fiera di Milano-Rho. E poi quasi 650mila persone hanno visitato gratuitamente in giugno al Parco del Valentino di Torino gli stand della seconda edizione dell’originale salone dell’auto outdoor realizzato nella storica capitale dell’auto italiana. Non ci si può infine dimenticare degli eventi nei quali l’auto di serie si incontra con le classic car a Verona, Padova e Milano, manifestazioni che sono cresciute negli ultimi anni puntando esclusivamente sulla autentica passione per i motori. Insomma, la risposta del pubblico al richiamo di tutti questi eventi c’è stata, tocca adesso ai costruttori delle due e delle quattro ruote cogliere questo messaggio e fare sì che il sistema italiano delle rassegne automotive e dei motori in generale, possa continuare a crescere, magari ritrovando fra un paio d’anni un Salone Internazionale dell’Auto.

Piero Evangelisti

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