Da sinistra, Nissan Leaf e Renault Zoe

L’intermodalità secondo Renault-Nissan e Transdev

di Piero Evangelisti

Guardare avanti puntando all’intermodalità è l’unico modo per avvicinarsi a una mobilità più sostenibile (anche economicamente) in attesa che le infrastrutture consentano di raggiungere un punto di ricarica dei veicoli elettrici senza il patema di rimanere a secco e di circolare con sistemi di guida parzialmente autonoma. Intermodalità significa interazione fra diversi mezzi di trasporto, pubblici e privati, a motore e anche senza, come le biciclette. All’estero, in molte aziende, viene per esempio offerta ai dipendenti l’alternativa fra l’uso dell’auto aziendale e l’utilizzo di mezzi pubblici, o le due cose insieme. Guardano avanti l’Alleanza Renault-Nissan e Transdev, società francese che opera nella mobilità, che hanno stretto una partnership per sviluppare servizi di mobilità per il trasporto pubblico e “on demand” con veicoli elettrici senza conducente. I due partner collaboreranno al progetto di un sistema di trasporto completo e modulare che permetterà ai futuri clienti di prenotare il proprio percorso e agli operatori di gestire una flotta di veicoli autonomi. Per andare dal punto A al punto B il cliente potrà suddividere il suo percorso utilizzando prima, per esempio, una Renault Zoe elettrica, a quel punto dotata di guida autonoma e connessione fornita da un’altra partnership formata dall’alleanza franco nipponica con Microsoft, e poi utilizzare gli shuttle di Transdev che a livello mondiale gestisce già oggi 43mila veicoli e 22 reti tranviarie (molte di queste sono percorse da mezzi senza conducente). Quando questo sarà possibile vorrà dire che lo scenario è veramente cambiato, ma nel frattempo la intermodalità può essere sfruttata con enormi vantaggi per tutti, sia per il trasporto delle persone sia per il trasporto delle merci, puntando su mezzi sempre più ecologici.

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