Linda Jackson: una “leonessa” al volante di Peugeot

di Pierluigi Bonora

 

«Un weekend in Italia se si potesse viaggiare? Verrei a Milano, città che amo, come il suo risotto». Inizia con un paio di battute la mia intervista a Linda Jackson, la manager britannica (di Coventry) che Carlos Tavares ha chiamato alla guida di Peugeot. Una vera «leonessa» a capo del marchio del Leone entrato a far parte della famiglia Stellantis. Tenace, abile e lungimirante, in pochi anni, nella precedente esperienza in Psa, ha letteralmente trasformato Citroën, rendendo il marchio più giovane e attraente. «Ho cominciato a occuparmi di auto – racconta – grazie a mio zio che lavorava in Jaguar. Da allora non ho più lasciato questo settore».

 

Signora Jackson, in Stellantis è all’opera una nutrita pattuglia di manager donne, alcune delle quali, come lei, nella linea che riporta direttamente all’ad Carlos Tavares.
«Sì, molte donne occupano posizioni strategiche. Ma il fil rouge che lega tutta la squadra non è il fatto di essere donna, bensì i risultati. Tavares sceglie i suoi manager in base ai risultati che portano e all’efficienza».

 

Nel 2018 è stata premiata da “Autocar” come «Donna più influente nell’industria dell’auto»: qual è stato il commento di Tavares?
«Tavares non guarda ai premi, ma ai risultati. Egli premia i lavori ben fatti. In Citroën abbiamo ricostruito l’azienda con ottimi riscontri. E lui ci ha lodati. Non posso comunque negare che essere premiati fa sempre piacere. Un riconoscimento al lavoro svolto».

 

E dopo Citroën, eccola in Peugeot, a proseguire il lavoro di Jean-Philippe Imparato, ora capo di Alfa Romeo. E come primo atto, in Peugeot, lei ha fatto ristilizzare il logo del Leone: la tradizione che si innova.
«Voglio sfruttare il lavoro ben fatto da Imparato, andare nella stessa direzione, continuando con il medesimo slancio del marchio in Italia ed Europa. E crescere, conquistando quote di mercato in tre regioni: America Latina, Medio Oriente – Africa e Cina».

 

Intanto avete rinunciato al mercato Usa.
«Quando all’inizio pensavamo di entrarvi con Peugeot, la situazione era diversa, prima che nascesse Stellantis. Ora ci sono marchi già presenti negli Usa, da qui la scelta di business del gruppo di far crescere i brand già presenti negli Usa. In questo modo, Peugeot avrà un ampio margine di manovra nelle tre regioni di cui ho parlato».

 

L’Italia è sempre stata importante per Peugeot. Gli ultimi dati sono di ulteriore crescita.
«Sono soddisfatta, il team italiano ha fatto un ottimo lavoro. Ora vedo opportunità per crescere di più e in modo proficuo grazie all’elettrificazione della gamma e alla nuova identità di marca».

Peugeot è il marchio che porta il nome della famiglia azionista.
«È una grande sfida e io amo le grandi sfide. Essere sostenuta dalla famiglia Peugeot e da quella che fa capo al presidente John Elkann ci aiuta a coltivare quella visione internazionale importante per la crescita del marchio».

 

Peugeot e Opel sono i marchi “upper mainstraim” di Stellantis.
«In Stellantis tante le sinergie possibili tra i due marchi. Ma c’è un posizionamento netto e diverso tra Peugeot e Opel. Complementari, ma non in concorrenza tra noi».

 

Massimo Roserba, ex responsabile di Psa Italia, è ora il capo di Peugeot in Europa. Un italiano, tra l’altro ex Fca, con una grande esperienza internazionale, anche in Cina.
«Una persona di grande esperienza e conoscenza. Nel trimestre, inoltre, Peugeot ha migliorato i risultati in Europa. Un lavoro eccellente».

 

L’elettrificazione avanza. Come vede il futuro dei motori termici?
«Ci sono governi che hanno deciso di bandire dalle città i motori termici entro il 2030-2035. Qualcosa succederà. Grazie alla piattaforma Multienergia siamo in grado di proporre un’auto Diesel, benzina, elettrica o ibrida plug-in. Peugeot è presente in tanti mercati con limiti di emissioni diversi, la nostra mission è servire il cliente».

 

Ha conosciuto il presidente John Elkann? Se lo sarebbe immaginato, qualche anno fa, che le famiglie Peugeot e Agnelli si potessero unire?
«Ho già incontrato il presidente. Sono due famiglie che si sono evolute negli anni e nel segno del successo. Ha senso pensare a questa fusione in Stellantis. Fca e Psa sono due gruppi geograficamente complementari. Un nuovo capitolo entusiasmante. E sono orgogliosa di farne parte».

 

 

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