L’importanza dei servizi nel business dell’auto
Il mercato dell’auto del futuro: sempre meno hardware e sempre più software. Cioè sempre meno dipendente dalla vendita dei veicoli e sempre più legato invece all’erogazione di servizi. Quali? Dalla connettività delle auto con la rete stradale e con centri di assistenza fino alla macchina in affitto o condivisa. Questi i trend sui quali si sono confrontati, presso il Polo Meccatronica di Rovereto, addetti ai lavori, manager, startupper, innovatori e investitori del settore. L’occasione è stata la terza edizione del Forum Innovazione Mobilità Sostenibile organizzato da Trentino Sviluppo e BioEcoGeo. Il FIMS, questo l’acronimo del Forum, dopo aver affrontato negli anni scorsi il tema della trasformazione del settore mobilità legato alle fonti di energia e quello dell’economia circolare negli autoveicoli, quest’anno ha analizzato il rapporto tra l’auto connessa, intelligente, elettrica e condivisa.
«Nei prossimi anni il mercato dell’automotive vedrà incrementare in modo importante la quota di business derivante dall’erogazione di servizi, piuttosto che dalla vendita dei mezzi, come è stato sino ad ora – ha commentato Paolo Pretti, direttore operativo di Trentino Sviluppo, organizzatore dell’evento. «Questo significa grandi opportunità in termini di connettività dei veicoli, veicoli in grado di dialogare con il conducente e tra di loro ma anche con le infrastrutture stradali, e poi auto condivise, car pooling e car sharing. Uno sviluppo importante del mercato che occasioni come questa hanno il compito di anticipare, mettendo le aziende e gli operatori nelle condizioni di agganciare i trend di sviluppo pianificando strategie ed investimenti».
Viaggio nel futuro
I dati sono stati presentati all’apertura del Forum. Entro il 2030 il mercato automotive avrà un valore di 6,7 miliardi di euro. Eppure, ben il 30% dei ricavi arriverà dal mercato dei servizi, non più dalla vendita dei veicoli. Questo significa auto condivise, car pooling e car sharing, abilitato sempre di più dalla connettività dei veicoli e dai sistemi informatici che rendono possibile questa mobilità. Tra 12 anni oltre il 70% dei veicoli avrà elementi di guida autonoma. La connessione alla rete farà risparmiare oltre 250 milioni di ore spese nel traffico, salvando vite (512 mila per anno) e con impatti ambientali positivi.
il ruolo dell’Italia
L’Italia non sarà mai un leader nei mezzi a guida autonoma, ma può fare molto a livello di innovazione incrementale, può dare grande spazio alla trasformazione delle infrastrutture per accelerare la transizione ai veicoli intelligenti e a guida autonoma, lavorando molto su componenti e software. «Il treno della produzione di self-driving car per l’Italia è ormai perso. Abbiamo dieci anni di ritardo. Ma si può fare leva sulle infrastrutture. Sarà un know-how complementare sul quale giocarsi la partita», spiega Carlo Covelli, di LocalMotors, presente al FIMS con Olli. Per Antonio Fuganti, Global Program Manager of Technical Connectivity Platform di Fca, «Il mondo del veicolo connesso richiede uno sviluppo di tecnologie anche in ambito urbano, come semafori intelligenti e altri sensori che dialoghino con il veicolo. In questo senso la tecnologia 5G garantirà un salto tecnologico importante anche ai sistemi cooperativi». Numerosi speaker hanno commentato che l’ecosistema innovazione in Italia esiste, ma c’è bisogno di regole chiare e investimenti pubblici nelle infrastrutture proseguendo sulla strada inaugurata dal decreto Smart Road.
Taxi volanti e cellulari addio
Per Cisco invece il tema cardine è la sicurezza. «Tra qualche decennio sarà tutto digital. E per il cybercrime sarà tutto attaccabile. Gestire questa complessità è davvero sfidante», ha spiegato a FIMS, Michele Dalmazzoni, Industry Digitization Leader per Cisco Italia, durante una presentazione sulle visioni di futuro della mobilità, tra taxi volanti alla connessione totale dei veicoli, fino alla scomparsa dei cellulari e della connessione diretta pensiero computer. Un futuro che sarà possibile solo se sarà garantita la sicurezza di privacy e l’incolumità dei passeggeri.
Uno degli interventi che più ha appassionato è stata la presentazione di Olli, il primo mini-bus elettrico a guida interamente automatica (4° livello, ovvero con la presenza di un supervisore a bordo) realizzato da LocalMotors. Una delle peculiarità del mezzo è che viene stampato interamente in 3D. «Il nostro mezzo potrà rivoluzionare il trasporto locale», ha dichiarato Carlo Iacovini, Marketing Director di Local Motors, lanciando una open call per i comuni e aziende interessate a voler ospitare il mezzo oggi già testato negli Stati Uniti.
Studenti e passione
Presente in sala anche “Chimera Evoluzione” il mezzo elettrico da corsa di costruito dall’ E-Agle Racing Team dell’Università di Trento. A presentare il progetto è stato il giovane e geniale Davide Farina che ha mostrato il lavoro fatto da una squadra di 60 studenti iscritti per lo più ai Dipartimenti di Ingegneria ed Economia interessati al settore automotive. La monoposto ha partecipato con successo al circuito Formula SAE International, al cui interno competono le più prestigiose università di tutto il mondo.
Trentino Sviluppo ha poi aperto le porte di ProM Facility, il laboratorio di prototipazione meccatronica dove le aziende possono innovare, comprimendo i tempi di sviluppo/prototipazione attraverso la dotazione di stampanti 3D metalliche di grandi dimensioni, simulatori, metrologia, misurazione accurata del prodotto, qualifica e certificazione.