L’ecotassa è un aggravio di costo nocivo per il mercato
di Adolfo De Stefani Cosentino*
L’anno appena concluso ha avuto un andamento instabile delle immatricolazioni, con una seconda parte dell’anno rallentata per effetto dell’entrata in vigore del nuovo ciclo di omologazione WLTP e del conseguente forte impegno delle reti di vendita per smaltire gli stock di vetture già targate in precedenza, nonché per l’indebolimento generalizzato delle prospettive di crescita del nostro Paese. Inoltre, la marginalità delle vendite dei concessionari è stata molto condizionata dai km zero, i cui volumi sono cresciuti rispetto al 2017 (+2,3% secondo dati Dataforce).
Per quanto riguarda le previsioni per il 2019, ci aspettiamo un anno difficile per il settore, sul quale graverà l’impatto negativo determinato dall’ecotassa, introdotta dalla Legge di Bilancio 2019, che sarà operativa sulle immatricolazioni di autovetture nuove (con emissioni di CO2 oltre 160 g/km) a partire dal 1° marzo 2019. L’aggravio di costo, variabile da 1.100 a 2.500 euro, peserà su moltissimi modelli, anche di fascia media, diffusi sul mercato determinando certamente un’ulteriore flessione dell’immatricolato rispetto ai volumi 2018, che non sarà compensata dagli acquisti di auto elettriche ed ibride che beneficeranno, invece, del bonus governativo. Inoltre, non ci aspettiamo alcun effetto sul rinnovo del vetusto parco circolante (età media 10,8 anni) che contraddistingue il nostro Paese che, al contrario, necessiterebbe di maggior attenzione da parte del legislatore.
Tale misura influenzerà in modo rilevante il nostro business e le varie gestioni aziendali, con il concreto rischio di perdita di posti di lavoro e consistente sottrazione di gettito Iva per le casse dell’Erario qualora le previsioni più pessimistiche dovessero trovare conferma nella realtà dei dati.
*Presidente di Federauto
Il governo Renzi aumentò di punto in bianco l’Iva sui pellet da riscaldamento dal 10 al 22% .
Un bancale di pellet costava 284 Euro il prezzo passò dopo l’aumento a 284 Euro .
Furono produttori e rivenditori ad assorbire l’aumento del 12% .
Facciano lo stesso nel mondo dell’auto visto che in percentuale gli aumenti sono al massimo del 10% e sulle auto di maggiore prezzo scendono fino al 3%.
Oppure FCA faccia in modo che la Panda inquini quanto la 500.
BAsta piangere, guadagnate abbastanza visto che quando uno entra in concessionaria sembra che vada a chiedere la carità per come è trattato.