Le età degli incidentati nel 2016
di Gianfranco Chierchini
Nel precedente commento, sono stati presentati i numeri delle persone che nel 2016 hanno perso la vita o hanno subito lesioni negli incidenti stradali. Ora, si dà una sintesi relativa alle fasce d’età delle persone decedute, cercando di indicare possibili interventi.
Le fasce più a rischio
Dei 3.283 decessi accaduti (e che sono accaduti, è sempre bene ricordarlo, entro 30 giorni dall’incidente), la fascia d’età più colpita è ancora quella dai 20 ai 24 anni, per entrambi i sessi, 260 morti. Subito dopo compare la fascia maschile dai 25 ai 29 anni, con 194 decessi, superata, se così si può dire, dai 45/49enni, sempre di sesso maschile, con 195 morti.
Il punto
Le considerazioni sono fin troppo ovvie. I giovani, più di altri, pagano l’inesperienza alla guida delle due e delle quattro ruote e pagano la notevole quantità di distrazioni cui sono abituati, seduti al tavolino o al volante. Ma ugualmente, la distrazione, la fretta, l’eccesso di autostima colpiscono la fascia d’età considerata più matura e più fisicamente prestante: qui l’impegno lavorativo è certamente una concausa importante. Soluzioni che possono esser d’aiuto sono note: per i giovani, un corso di scuola guida, anche di un solo giorno per rendersi conto che avere la patente non vuol dire saper guidare, e per le persone che usano l’autoveicolo per lavoro, il rispetto di una norma entrata in vigore più di 20 anni fa, ma ormai entrata nel dimenticatoio, che è il ruolo del mobility manager, almeno nelle grandi aziende.
Il tema anziani
Le donne più colpite sono nella fascia d’età dai 75 ai 79 anni, con 62 decessi, soprattutto come pedoni. Indipendentemente dal sesso, le persone di quest’età sono sottoposte a un rischio particolare: ancora in grado di gestire la propria giornata in modo autonomo, spesso non hanno la percezione del loro progressivo e fisiologico indebolimento fisico e intellettuale e si trovano in condizioni di pericolo, attivo o passivo, cui non riescono far fronte.
E quello dei più piccoli
Infine, in questa non piacevole carrellata, i bambini piccoli, da 0 sino a 14 anni: contro i 39 del 2015, ne sono deceduti nel 2016 dieci in più, 49. Anche in questo caso le considerazioni sono ovvie, ma venate di un senso quasi di rabbia: qui solo l’ignoranza del genitore e del parente più stretto ha provocato la morte del piccolo, che poteva e doveva esser evitata con un semplice clic alle pinzette Isofix presenti ormai in tutte le autovetture, e che invece è stata provocata dall’amoroso, ma questa volta tragico, abbraccio del familiare.
Per quest’ultimo caso, ma anche per quasi tutti gli altri, le soluzioni sono semplici, note ed auspicate, ripeto, “auspicate”: costanti campagne di informazione e maggiori controlli su strada.